tempo dedicato

Apriamo per la prima volta dall’inverno gli alveari, controlliamo le covate. Vanno bene. Ma è un presto, fa troppo caldo e se viene ancora freddo, questa covata rischia di finir male. Io mi muovo troppo velocemente. Ho fretta perché devo andare in una scuola. Francesco, che mi insegna e ha grande pazienza, si muove velocemente, ma in maniera accurata. Io tolgo i telai e il rimetto senza delicatezza e lui mi dice: toglili bei diritti e riponili con calma, diritti. Ha ragione, ma io ho fretta. Arrivo a scuola e ascolto i ragazzi. Abbiamo fatto un bel lavoro insieme. ma alla fine ho ancora fretta. Ho altro da fare a casa. Sono sempre proiettato su questa fretta del fare qualcosa dopo e non mi soffermo mai sulle cose e sulle persone con la dovuta attenzione e cura. Anche quando celebro una messa, quando prego, quando ascolto qualcuno sono sempre proiettato sulla fretta per il dopo, per quello che viene dopo. Giuseppe quando rivede i suoi fratelli si comporta inizialmente in maniera dura, ma dedica tutto il tempo necessario a questa relazione da ricostruire. Ci vuole tempo per imbastire insieme una relazione che si è logorata e disfatta. C vuole tempo, delicatezza e precisione per tornare ad abbracciare i fratelli. Io non ho mai tempo. Ho un agenda – telefono sempre in mano, che consulto su tutto e non ho quasi mai il tempo necessario da dedicare all’altro e anche quando lo faccio sto sempre pensando al dopo. Succede così anche con Dio. Pensate quante volte mi dico: questo è il tuo tempo, il tempo per te, caro Dio.  E vado di corsa, e penso al dopo e alla fine mi alzo e mi dico devo fare quella cosa importante. Per riconciliarsi serve tempo e delicatezza. Arriva la stagione delle api e so bene che dovrò dedicare tempo a loro. Non potrò mandare avanti altri. Tocca a me. ma soprattutto dovrò usare delicatezza e accuratezza. Ma così è anche la vita per arrivare al perdono: tempo dedicato, perdono e delicatezza o accuratezza.