Diventa difficile per me, per tutti, per chi è interessato alla questione che si pone ogni giorno arrivare ad una soluzione, se non riusciamo ad avere un minimo di autenticità, di verità con noi stessi e con chi ci circonda. Una volta si parlava di verità, di sincerità. Io preferisco autenticità. Che cosa c’è di diverso tra autenticità e sincerità? Possiamo definirlo così: sincerità è una qualità morale di chi non racconta mai bugie, storie inventate, è la qualità di chi sa dire sempre e in ogni occasione la verità della vita, dei fatti. L’autenticità è invece la qualità di chi si pone di fronte all’altro così come è: io sono questo sembra dire l’uomo autentico e sono questo di fronte a tutti. Sono sempre la stessa persona. Sono colui che non cambia maschera a secondo della circostanza. Sono io punto e basta. Dicevo all’inizio di queste righe che diventa difficile dare una mano a qualcuno se non prova ad essere sincero; meno ancora quando non sai come mettere in fila tutto quanto l’altro ti sta raccontando, perché capisci bene che dietro a quei discorsi un po’ contorti non c’è chiarezza, non c’è sincerità, non c’è autenticità. Come faccio a fidarmi quando capisco che non c’è sincerità. Come faccio a dare una mano quando capisco che nella mente dell’altro vi è come un percorso tortuoso che impedisce di mettere a fuoco un’ idea, una proposta, una soluzione. Peggio ancora quando non si è autentici; detto in altro modo: quando si è doppi; io sono proprio allergico alla doppiezza della vita. l’ipocrisia, la doppiezza della vita, la non autenticità è peggio ancora della non sincerità. Questo perché alla fine l’altro si nasconde dietro le sue maschere, non viene mai alla luce di una vita autentica e non produce mai una relazione basata sulla fiducia. Detto in altro modo la persona non autentica, la persona che si presenta all’altro con la maschera, non può pensare di costruire relazioni buone. A volte sono incasinato, altre volte non so bene che cosa fare, altre volte sbaglio tutto, ma una cosa con un umiltà posso dire di me: che non metto la maschera della convenzione, ma che mi mostro per quello che sono. Sotto voce, per non vantarmi troppo posso dire di essere sinceramente autentico.