Se devo prendere un filo dal grande gomitolo della mia giornata è praticamente impossibile. Come faccio a prendere in mano un solo pezzo della mia vita, di un giorno così pieno di emozioni, di suggestioni, anche di impegni. E si perché non sembra ma sono anche impegnato ogni tanto. A volte bisogna lasciare tutto insieme. Non tanto come un gomitolo ingarbugliato e confuso che non si riesce a districare, ma come un arazzo dove tutto è indispensabile, necessario. Non posso, o meglio non voglio prendere solo un filo dei tanti che hanno formato l’arazzo di questa settimana. Non è neanche questione di confusione o di rimettere in ordine qualcosa. Stanno bene così tutte insieme. Come fili di un arazzo, come tasselli di un puzzle, come colori di un dipinto che alla fine formano un’armonia. Si, non è giorno di separazioni, di chiarimenti, di identificazione con un qualcosa di particolare. Lasciamo tutto lì e intrecciamo il tutto. Forse se devo pensare a qualcosa di particolare è la pace, ma la pace forse non è fatta di mille intrecci di dialoghi, di attese, di azioni, di alleanze? Se non è così come facciamo a fare pace. Non esiste l’identità che fa la pace, ma il mescolamento delle identità che fa la pace. Dove in questo mescolamento tutti i vari fili colorati hanno una loro identità ben precisa e stanno bene uno vicino all’altro. Oggi è così. Sono in pace perché tutti i fili tanto diversi della mia vita per un giorno stanno bene insieme. Tutti diversi, ma tutti in armonia. Domani sarà diverso. Domani dovrò scegliere che filo tra i tanti che la vita mi regala prenderò tra le mani, e allora mi troverò ancora confuso, perché scegliere quale filo prendere tra le mani è operazione dolorosa. E allora per un attimo godiamoci di questo momento e teniamo insieme tutto, visto che per un attimo tutto sta in armonia. Se proprio devo scegliere un filo tra i tanti scelgo quello che porta il nome di gratitudine.