C’è un altro quadro che mi affascina di Caravaggio. Si tratta dell’incredulità di San Tommaso che il grande artista ha dipinto tra il 1600 e il 1601. Lo conosciamo bene e lo vediamo raffigurato qui a lato. Che cosa mi colpisce in particolare? Mi prende quel guardare le ferite di Gesù. Anzi di più ancora quel toccare le ferite di Gesù. È lo stesso Signore che invita Tommaso a compiere questo gesto: Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!” (Gv. 20,19-31 ). Gesù chiede di toccare le ferite. È questo il dato sconvolgente che oggi non sopportiamo più: toccare le ferite nostre e dell’altro. Sembra quasi che la nostra epoca ha fatto come un patto: rendere tutto ciò che è vulnerabile e ferita invulnerabile e intoccabile. Tutto diventa asettico, tutto deve diventare invulnerabile, al punto tale che tendiamo ad espellere tutto ciò che sa di ferita e di fragilità. Uso questa parola: immune alla fragilità. Sono tante le modalità con cui ci rendiamo immuni alla fragilità. il modo più comune è quella di non riconoscere che portiamo dentro della fragilità. La stessa società tende a buttare fuori e a non riconoscere che esiste una vulnerabilità e una fragilità. Io me ne riconosco fin troppa di fragilità e forse ogni tanto dovrei smettere di farlo. Ma la società del benessere non può ammettere la fragilità. Entrate in un centro commerciale: tutto funziona in apparenza a meraviglia, tutto è perfetto, anche gli sconti sono perfetti. non si può ammettere la vulnerabilità dentro un centro commerciale. Ma c’è una cosa più importante che mi colpisce di questo quadro del Caravaggio. Gesù si lascia toccare da Tommaso. La società immune alle ferite non soltanto non tocca le ferite, ma fa di tutto per impedire di lasciarsi toccare le ferite. Ma la comunità che impedisce di toccare le ferite e non vuole essere toccata nelle proprie ferite fa una cosa che è mortale per lei: non toccando le ferite e non lasciandosi toccare la dove ci sono le ferite si impedisce il dono dell’essere comunità, cioè si impedisce il dono dell’aiuto vicendevole e di conseguenza muore di immunità, cioè muore per la mancanza di contaminazione. Tommaso rinasce alla vita nel momento in cui tocca le ferite di Gesù, ma Gesù risorge alla vita quando si lascia toccare nelle sue ferite. L’immunità ci fa morire, la mescolanza che incontra le ferite reciproche ci fa vivere.
Bellissima!!
grazie
Credere che le nostre ferite sono la nostra forza grazie per questo invito,e per la riflessione.