Insisto sulle belle storie di cura. Alla mattina qui arrivano i volontari e gli educatori, poi ci sono anche io. Quasi sempre sanno che cosa c’è da fare. Se non è tutto chiaro cerchiamo di chiarirci le idee. E poi si parte, cerchiamo di lavorare. L’educatore e il volontario sono un patrimonio unico, non tanto di tipo economico, quanto di tipo valoriale. Sono il valore aggiunto. Ognuno a secondo dei giorni si prende uno o più ragazzi e ci passa del tempo, tempo di lavoro, tempo di dialogo, tempo di attenzione. Ritrovo in questo il valore aggiunto di questa esperienza. È un patrimonio di impegno e di dedizione, ricevuto e donato, ricevuto nel tempo della tua vita e ridonato attraverso l’esercizio quotidiano di vicinanza ai ragazzi e alla cooperativa. Ma c’è un ma, a cui dobbiamo prestare molta attenzione. Un bene comune così prezioso ha bisogno di molto accudimento, di molta cura. È come un bambino, è un patrimonio unico per la famiglia, ma ha bisogno di tanta cura, di tanta attenzione. Ad un volontario, ad un educatore devo dedicare tempo, cura, come io chiedo ai volontari e educatori di prestare cura e attenzione ai ragazzi. E questo è compito mio e di nessun altro. Mi potrò far aiutare, ma so che questa è la mia parte. Custodire quel patrimonio prezioso che sono educatori e volontari spetta a me. è come il mio orto se non è ben accudito diventa una sterpaglia unica. Oggi viviamo della fatica dell’accudimento perché siamo dispersi in mille rivoli e alla fine non prestiamo attenzione al bene, al patrimonio più prezioso che abbiamo. Forse c’è un passo in più di cui dobbiamo tenere conto. È vero, questo della cura e dell’accudimento dei volontari e educatori è compito mio, ritengo però che questo è il compito di tutti coloro che hanno a cuore una realtà, una struttura, un compito associativo. Il bene prezioso del volontariato è compito di tutti coloro che si sentono responsabili di qualsiasi tipo di attività. Un’ ultima cosa. Il primo modo per prendermi cura del patrimonio che è il volontario e l’educatore è quello della stima e della gratitudine. Quindi grande stima e gratitudine a tutti voi, educatori e volontari
Grazie don Sandro delle tue parole che condivido in pieno. Infatti io purtoppo sono nella fase di calo di passione, passione che ho sempre avuto, per il volontariato proprio per le ultime esperienze in cui non mi sono sentito apprezzato ne’ gratificato, come se il mio lavoro fosse quasi un peso e questo mi crea molto disagio e sofferenza. Spero comunque di poterlo superare, la voglia di servire o aiutare c’e’ sempre.