Vado verso la conclusione di queste pseudo lettere al grande profeta Geremia. Ce ne saranno ancora due. Una oggi e una domani. Poi vedremo. Sappiamo una cosa: che la condizione esistenziale del profeta e delle sue parole è l’insuccesso. So che tu Geremia sei stato messo in una vecchia cisterna senza acqua perché ti agitavi troppo e non volevano più sentirti parlare. E poi sei stato condotto in Egitto e lì, forse in esilio, hai vissuto parte della tua vita. Tu sei stati come un fuori tempo, uno scomodo, uno che non ha avuto grande successo. Ma questa è la sorte di chi tiene nel cuore la parola sacra. Vi dicevo ieri che vorrei stare con la verità che diventa fuoco nel mio cuore. Per tenere dentro il mio cuore questo fuoco della parola sacra che conduce alla verità della vita e alla parola chiara e autentica c’è soltanto un modo: quello di frequentare questa parola. Come un fuoco ha bisogno di essere continuamente alimentato dalla legna per rimanere vivo, così il mio cuore, se vuole rimanere vivo e annunciatore della tua parola, deve essere alimentato ogni giorno da questa fiamma di parola viva. Tu Geremia hai frequentato sempre, con fedeltà, con coraggio questa parola e così in te è sempre rimasto vivo il fuoco della parola profetica. Io non sono così frequentatore, non mi lascio alimentare ogni giorno dalla parola sacra. Si, è vero tutti i giorni, ne leggo un pezzo, la commento, la prego, ma non è una frequentazione che infiamma il cuore e la mia vita e la vita altrui. E poi c’è quel passaggio che il profeta frequentatore della parola di fuoco non ha mai successo nella vita. Non verrà mai acclamato, anzi verrà allontanato. Io non sono ne osannato ne acclamato, sono lì come in un limbo che non decido mai se voglio essere un vero o falso profeta. Conoscere la tua storia fa bene ai nostri giorni perché ci sollecita, mi sollecita a pensare alla qualità della mia frequentazione della parola sacra. Conoscere la tua storia mi fa bene perché mi chiede di essere fuoco che infiamma il mondo. Come tu Geremia sei abitato da un mistero che infiamma la tua vita e il mondo, anche io vorrei essere abitato da questo mistero che infiamma la mia vita e il mondo. Grazie Geremia per la tua parola, per i tuoi insuccessi, per il tuo coraggio, per la tua forza. Ma grazie anche per la tua paura, per le tue debolezze, per le tue solitudini. Grazie perché tutto è passato attraverso il crogiuolo della parola sacra
La legna che serve per tenere viva la fiamma è la PAROLA vissuta ..nell.AMARE il fratello ..e questo tu lo fai caro don ..