Caro Geremia
Mi sa che tu hai avuto molti rapporti con i grandi poteri del tuo tempo. Quello religioso, quello politico, quello giudiziario. Eri ai margini, ma per paradosso il tuo mestiere di profeta ti portava sempre al centro; ti sei trovato nei luoghi dove si esercitava il potere. Ci sono due modi di fare il profeta che parla là dove c’è il potere. Il primo modo lo chiamo così: è il profeta ossequioso che dice sempre di sì al capo dei sacerdoti, al re di turno, al magistrato che esercita la giustizia. È colui che non fa altro che confermare il potere nelle sue decisioni. Ma c’è di più in questo profeta ossequioso (per non usare un’altra parola): egli si impegna a diffondere tra i sudditi la voce del potente, a confermare sempre e dovunque tale parola. Questo è il profeta ossequioso di corte. Poi c’è il profeta che è vicino al potere per ricordare che sta sbagliando, che non ha orientato la sua vita al bene del suo popolo. Questo profeta non è ossequioso, ma tremendamente critico di fronte al potere. quasi uno scontro totale con i potenti. questo tipo di profeta è come un movimento tellurico continuo che scuote il palazzo di corte. Tu Geremia sei stato un profeta vicino al potere, ma per scuoterlo continuamente. Le tue parole erano un continuo terremoto per gli uomini di corte. Non hai risparmiato parole, gesti, azioni per dire dove stava il motivo della rovina della città di Gerusalemme. Come ogni profeta tu hai visto chiaro come il potere del tuo tempo voleva diventare tiranno e iniquo. ma questo vale per ogni potere di ogni tempo. E tu lo ha denunciato sempre. Portavi nel cuore quasi una certezza: il potente è inconvertibile. C’era solo una condizione per la conversione del potente: la sua umiltà a riconoscere che le tue parole, che erano un terremoto, avevo un qualcosa di vero, di saggio. Solo a questa condizione il potente si ferma nella sua onnipotenza. Ma ogni corte ha bisogno dei suoi profeti, quelli ossequiosi e quelle dalle parole simili all’uragano. Il profeta ossequioso cantava le gesta del potente, tu Geremia gridavi in faccia al potente tutta la sua iniquità. Chissà che profeta sono io? Ossequioso o dalla parola simile all’uragano?
Pensi che non si possa essere profeti dove tutti e due i profeti si incontrano….vicini ..dentro il potere per portare la Verità.e la giustizia ..contaminandola dal dentro in modo trasversale …anche nel potere c.è gente buona che lavora sottotraccia io ne conosco.
E poi ogni tanto si ,si deve alzare la voce come ha fatto ànche Geremia .