Il miele va bene, raccogliamo patate, i ragazzi del cre viaggiano bene, volontari, animatori, sembra tutto ok… eppure .. eppure qualcosa mi ruga dentro. Direte, ma stai tranquillo un po’. se tutto va bene goditela. Credo invece che questo mio rugar dentro qualcosa, questa mia inquietudine è la mia arma vincente; certo è tormento per gli altri che mi devono sopportare, ma è vita per me che rinasco ogni giorno dentro le mie inquietudini. Mi viene quasi da dire o beata inquietudine. Fino a sera non riesco a dare forma a questo rugare dentro, poi leggendo un libro capisco di che cosa si tratta. La parola che mi colpisce è questa auto- sovversione. Si tratta di una parola celebre di un economista, Albert Hirschman che dice così: è virtù rarissima mettere in discussioni le proprie certezze, non cercare nelle cose che ci accadono gli elementi che confermano le nostre idee, ma quelli che le negano o le sfidano. Le mie conoscenze sull’auto- sovversione finiscono qui. Ma la cosa mi prende. Ecco che cosa mi ruga dentro. Ecco che cosa mi rende inqueto, sempre. La paura di costruirmi un mondo di certezze e di chiudere tutto in una reggia che è la mia vita. La cooperativa va bene? Ecco la mia reggia. Le mie attività funzionano? Ecco le mie certezze. Non è un chiudersi in se stessi, ma un credere che quello che mi sono costruito nel tempo è la verità, il mio palazzo dorato, dove passano tante persone, ma dove le idee, i modi, i principi sono sempre quelli. E chi entra nel palazzo della mia vita si adegua a questo mio modo di essere. L’auto-sovversione non è fare il sovversivo contro gli altri e contro il mondo, ma è fare il sovversivo con se stesso, è la capacità di prendere una verità, di viverla e poi di auto distruggerla, per non farla diventare la mia verità. È un tornare continuamente ad un senso originario, nuovo unico e fecondo della mia vicenda. Perché un auto-sovversione? Perché imparo ad essere libero, sono creatura nuova. Auto perché nasce in me e si sviluppa in me. Guardo la mia giornata e vedo che tutto è andato bene. Sono stanco morto, ma va bene. La sicurezza interiore mi dice tieni stretto tutto questo è così che si fa, vai avanti nelle tue convinzioni. L’auto-sovversione mi dice: rimani aperto al cambiamento, anzi distruggi quello che hai costruito oggi e ricrea un futuro nuovo domani. La mia non è inquietudine, ma auto-sovversione.
Ho 78 anni, due anni fa dopo lunghe meditazioni, avevo programmato la mia vita e mi sentivo felice
( avrei lavorato il giardino l’orto avrei dedicato più tempo alla preghiera e meditazione e alle persone)
invece mi è capitata una malattia con dolori e astenia che mi obbliga molte ore a letto.
Mi sento davvero di vivere una vita inutile.Non c’è auto-sovversione
Imparare ad essere libera ogni giorno, per coglierne la sua novità, facile lasciarsi portar via cio’ che essenziale…