A volte devo fare degli equilibrismi e proprio perché non sono capace, alla fine ottengo due risultati negativi. Il primo è che non dico che cosa veramente penso e mi tengo tutto dentro, con la conseguenza di sentirmi arrabbiato dentro e con la finale di dare la colpa agli altri e non invece di guardare dentro di me e semplicemente dire: perché non hai osato dire quella cosa. Il secondo risultato è quello di non dire mai le cose in maniera bella, ma provocatoria, banale, che rischia di cadere del giudizio o nel pregiudizio. Gli equilibrismi mi fanno anche cadere dalle scale. Quindi non è una questione di equilibrismi. Questo modo di procedere non è segno di maturità, non è segno di relazione seria e buona, ma di tentativi infruttuosi di tenere insieme il tutto e alla fine di tenere insieme il niente. L’equilibrismo è l’accezione negativa dell’equilibrio. E ancora oggi ne ho avuto la riprova. Ho cercato di trovare gli equilibri giusti e sono qui semi arrabbiato. Non devo cercare equilibrismi, ma l’equilibrio della mia vita. Esiste un equilibrio interiore che devo raggiungere, oserei dire che sono squilibrato. Il mito di Vasco Rossi del vado al massimo non mi aiuta a trovare il giusto equilibrio nella vita e nelle relazioni. Attenzione, io per equilibrio non intendo una persona educata, rispettosa, sempre attenta a gesti e parole da dire e da fare. Intendo piuttosto una persona che ha trovato dentro di se il suo giusto equilibrio, cioè sta bene con se stessa. Solo quando ho trovato la mia giusta dimensione interiore posso andare al massimo. Forse posso provare a dire così questo concetto dell’equilibrio interiore che mi permette di star bene con me stesso e di conseguenza di stare bene di fronte all’altro. Trovo il mio giusto equilibrio interiore quando mi prendo cura dei miei sentimenti, delle mie emozioni. Non perché le ingabbio, ma perché so come viverle ogni momento. È questo il vero tema, equilibrato perché mi prendo cura delle mie emozioni e imparo a viverle sempre e in ogni circostanza.