disorientamento

di | 29 Giugno 2022

La parola che gira all’incontro della sera è: disorientamento, mi hai disorientato. Questa è una cosa che, se ci penso, è stata la caratteristica di tutta la giornata. Mi sento disorientato. Potrei anche chiudere qui la riflessione, perché uno che è disorientato come fa a scrivere come che hanno un orientamento, come fa a costruire un equilibrio nel suo mondo interiore? Come fa a trovare il suo punto di riferimento? È come una bussola che non sa più indicare il nord. A volte mi sento così: non è che non so indicare il nord agli altri, non lo trovo nemmeno io dentro di me. Figurati se poi lo devo indicare agli altri. il mondo si è fatto complesso anzi direi complicato e come faccio a mantenere attiva la bussola interiore se il mondo continuamente mi disorienta? Certo, dentro di me devo ritrovare un orientamento , ma è anche vero che se il mondo esterno è complicato, anche la mia vita risente di questa complessità. Questo mondo permette di aumentare la possibilità di scelta e di autodeterminazione dell’esistenza di ciascuno, ma questo è anche un fattore di difficoltà, perché proporzionalmente all’aumento della libertà si accresce anche l’angoscia e il disorientamento. Siamo più liberi di scegliere, ma tutta questa libertà ci disorienta a volte. Io mi sento a volte  insicuro di fronte alla responsabilità di decidere di sé e di dare un senso, uno scopo, una direzione alla mia esistenza. Disorientamento può essere un motivo di difficoltà, ma può diventare grande risorsa, nella misura in cui cerco sempre di riportare questo disorientamento al centro del mio cuore e di integrarlo con quella parte di me che sa dove andare. Questa è una bella sfida: non eliminare il disorientamento , ma integrarlo dentro un cuore integro.

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