mercoledì 7 agosto

Gc 1,26-27                                                                                 

 26 Se qualcuno pensa di essere religioso, ma non frena la lingua e inganna così il suo cuore, la sua religione è vana. 27 Religione pura e senza macchia davanti a Dio nostro Padre è questa: soccorrere gli orfani e le vedove nelle loro afflizioni e conservarsi puri da questo mondo.

Commento

Possiamo concludere questo primo capitolo della lettera di Giacomo con la seguente riflessione. Chi può dire di essere credente? Chi può dire di essere discepolo e amico del Signore? Giacomo pone l’accento su una questione diremmo noi più pratica, più di azione. Certo si tratta di un’azione che nasce dall’ascolto della parola di Dio. E questo è già il primo argomento: il credente, l’amico del Signore è colui che ascolta la parola e poi la mette in pratica. Il credente è colui che segue il Signore e mette in atto i suoi comandamenti, soprattutto è preoccupato di mettere in atto il comandamento dell’amore. Il vero credente si alimenta di una religione che non è vuota, puro rito, esteriorità, ma che diventa vita vissuta. La vera religione è fatta di amore verso Dio e verso il prossimo, secondo l’unico comandamento che Cristo ci ha dato è che è la sintesi di tutta la rivelazione. E per finire il credente è colui che resta saldo nella fede soprattutto nel tempo della prova, dove per rimanere saldo si intende la capacità di vivere al meglio e sempre il vangelo.

Preghiamo

Oggi preghiamo per tutti i figli adottati o in affido e le loro famiglie