Mercoledì 2 Marzo

trinitàMarco 3,13-19

13 Salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui. 14 Ne costituì Dodici – che chiamò apostoli –, perché stessero con lui e per mandarli a predicare 15 con il potere di scacciare i demòni. 16 Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro, 17 poi Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè «figli del tuono»; 18 e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo, figlio di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo 19 e Giuda Iscariota, il quale poi lo tradì.   

 Commento

 quante cose si potrebbero scrivere di fronte ad un testo di questo tipo! Mi limito a queste considerazioni. La Parola che oggi il Signore regala alla nostra preghiera e alla nostra vita è molto importante perché Marco delinea il cammino essenziale della fede e della missione del discepolo. Il testo possiamo attribuirlo ad ogni persona chiamata da Gesù,  in particolare esso  si riferisce alla chiamata dei Dodici. Tuttavia, credo che nella sostanza questa sia la vicenda e  la missione di ogni credente. Colgo l’occasione per ricordare con voi che ogni dono di Dio non è mai chiuso in se stesso, ma è dato dal Signore perché sia in qualche modo partecipato a tutto il popolo. Questa è la condizione perché la diversità dei doni e dei compiti non sia principio di conflitto, ma al contrario sia potenza di edificazione della comunione nella varietà dei doni stessi. Essere discepoli non è per se stessi ma per il popolo, per l’uomo. “chiamò a sé quelli che voleva”. Non bisogna oscurare e deviare il senso profondo dell’affermazione, con il pensare che quindi ci sono anche i “non chiamati”, quelli che Lui non vuole chiamare. E’ importante invece sottolineare che questa Parola è indirizzata e dedicata a chi ascolta il Signore in questo momento o in ogni altro tempo. Tu che l’ascolti e che ne sei reso partecipe devi essere consapevole che tale evento di salvezza della tua vita non è provocato da te o da te ottenuto per qualche tuo merito, ma è puro dono della volontà del Signore. Del tuo fratello non puoi sapere il cammino che il Signore sta facendo in lui e per lui. Né quindi mai puoi dire che il Signore non vuole chiamarlo! Puoi invece cogliere con attenzione appassionata i segni della presenza e dell’azione divina nella sua vita! Constatassimo alla fine che tutti sono stati chiamati, dovremmo ugualmente pensare non a un “fenomeno generale”, ma alla preziosità di un dono strettamente personale che Dio ha voluto fare a tutti gli uomini e le donne della terra.

 Preghiamo

Preghiamo per Monica e Luca