visione

di | 23 Settembre 2021

Mi siedo un attimo fuori dalla casa di Rosciano. Cerco un angolo di tranquillità, o forse cerco un segno. Davanti a me sta il campanile della chiesa e la casa parrocchiale. Si vede solo uno spicchio di cielo. Non proprio segni o visioni. Le montagne non si vedono perché coperte dal furgone. Non ho voglia di muovermi per cercare un angolo di cielo. E sto li davanti a quello che sembra un muro. Ma ho bisogno di un segno. Servire è del vangelo, ma servire è duro. Prendersi cura è del vangelo, ma a volte è duro. Vivere abbassandomi è del vangelo, ma vorrei rialzare la testa e dire: ci sono, eccomi qua. Rientro in casa cerco la foto per il racconto quotidiano e trovo questa foto bellissima. Non vi racconto la sua storia. Ma quella cima, quella nuvola quei colori diventano un segno. Questa foto Namas ogni tanto la metteva sul desktop. La guardava nei giorni faticosi, quasi anche lui a cercare un segno, una visione. Un volo, un soffio, un ala sul mondo che soffre. E lui in quella foto ci vedeva un soffio di vita. In questa foto raccolgo come delle storie. Quando namas il creatore, creò l’universo si dice che prima c’era come un vento che girava per il creato, poi entrò nel sole e venne la luce, poi entrò nelle rocce e nacquero le montagne, poi entrò nelle piante e negli animali e tutto prese vita. E per finire entrò nell’uomo e nella donna e si incominciò ad amare. Quella foto mi ricorda il soffio che fa vivere, il soffio che insegna ad amare, il soffio che dona speranza. Namas trovava in quel soffio di vita, la forza per sperare, amare, ritrovare coraggio nella fatica. Era lo spirito che dava vita non la foto. Namas guardava la foto e credeva allo spirito di vita. Ma poi c’è un’altra storia che sta nella parola sacra alla quale la foto mi rimanda. Si dice così in un salmo:  “Tu che negli atri dell’ Altissimo dimori, che all’ombra dell’Onnipotente pernotti, 2 dirai al Signore: «Mio rifugio, mia rocca, Dio mio in cui la fiducia mia riposar». 4 Egli delle sue piume ti farà un rifugio e sotto le ali sue troverai riparo: la sua fedeltà sarà tuo scudo e corazza. Egli comanderà agli angeli suoi  di vegliare su ogni tuo passo. 12 Sulle loro mani verranno a portarti  perché il tuo piede non urti su pietra”. Ho preso alcuni versi del salmo 90 nella versione di Turoldo. La foto con quelle  nuvole che sembrano ali d’aquila che mi ricorda come l’aquila porta  suoi piccoli sopra le sue ali per trovare riparo dal cacciatore che lancia le frecce. E così è il soffio di vita in cui credeva Namas: era profondamente convinto che i suoi angeli vegliavano sui suoi passi. E i suoi angeli erano gli amici, i parenti, chi ogni giorno lo alzavano, lo accudivano. Lui si fidava dei suoi angeli. Ma ogni tanto aveva bisogno di quella foto per ricordare che non era solo. Vado a dormire convinto che non sono solo, che il soffio di vita mi custodisce e che gli amici mi solleveranno ogni giorno come su ali d’aquila.

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