venerdì 7 agosto

di | 6 Agosto 2015

 home2 Esodo 29,1-46  

29,1 Osserverai questo rito per consacrarli al mio sacerdozio. Prendi un giovenco e due arieti senza difetto; 2 poi pani azzimi, focacce azzime impastate con olio e schiacciate azzime cosparse di olio: di fior di farina di frumento. 3 Le disporrai in un solo canestro e le offrirai nel canestro insieme con il giovenco e i due arieti. 4 Farai avvicinare Aronne e i suoi figli all’ingresso della tenda del convegno e li farai lavare con acqua. 5 Prenderai le vesti e rivestirai Aronne della tunica, del manto dell’efod, dell’efod e del pettorale; lo cingerai con la cintura dell’efod; 6 gli porrai sul capo il turbante e fisserai il diadema sacro sopra il turbante. 7 Poi prenderai l’olio dell’unzione, lo verserai sul suo capo e lo ungerai. 8 Quanto ai suoi figli, li farai avvicinare, li rivestirai di tuniche; 9 li cingerai con la cintura e legherai loro i berretti. Il sacerdozio apparterrà loro per decreto perenne. Così darai l’investitura ad Aronne e ai suoi figli…….35 Farai dunque ad Aronne e ai suoi figli secondo quanto ti ho comandato. Per sette giorni ne farai l’investitura. 36 In ciascun giorno offrirai un giovenco in sacrificio per il peccato, in espiazione; toglierai il peccato dall’altare facendo per esso il sacrificio espiatorio e in seguito lo ungerai per consacrarlo. 37 Per sette giorni farai il sacrificio espiatorio per l’altare e lo consacrerai. Diverrà allora una cosa santissima e quanto toccherà l’altare sarà santo……43 Io darò convegno agli Israeliti in questo luogo, che sarà consacrato dalla mia Gloria. 44 Consacrerò la tenda del convegno e l’altare. Consacrerò anche Aronne e i suoi figli, perché siano miei sacerdoti. 45 Abiterò in mezzo agli Israeliti e sarò il loro Dio. 46 Sapranno che io sono il Signore, il loro Dio, che li ho fatti uscire dal paese d’Egitto, per abitare in mezzo a loro, io il Signore, loro Dio.

Commento

Un altro brano ostico  che ho tagliato in alcuni pezzi. Spero che in questi tagli possa comunque rimanere il senso del brano. Di fatto si ritualizza una consacrazione, quella sacerdotale. Noi non siamo più in grado di comprendere in modo pieno il senso di una consacrazione che passa attraverso una serie di gesti e di riti. Comunque proviamo a dire qualcosa. Innanzi tutto la consacrazione ha come primo significato quello di rendere sacro, cioè donato a Dio, uno spazio, una persona, un oggetto. Nel brano che leggiamo oggi tutto è sacro, tutto è donato a Dio: il sacerdote, l’abito, gli spazi, le parole. Seconda caratteristica per rendere sacro, offerto a Dio, tutto deve essere purificato e questo avviene attraverso una serie di riti e di sacrifici. Di fronte a Dio ci si presenta limpidi! Terza caratteristica: la consacrazione è per sempre, in eterno, di generazione in generazione. È chiaro che oggi questi modi di pensare la consacrazione non dicono più niente. Mi sembra importante comunque sottolineare e ripetere le tre questioni: offerto a Dio, purificato e per sempre. Mi chiedo in quale modo si può proporre il tema della fedeltà, della limpidezza della vita, del per sempre nel tempo moderno. Io credo, che per il poco che ci capisco, avendo perso il senso della ritualità non possiamo pensare di proporre una forma di consacrazione. Inoltre tale gesto era pubblico, era un gesto comunitario. Anche qui, venendo a mancare l’aspetto pubblico e comunitario della vita e del rito, diventa difficile pensare ad un rito pubblico di consacrazione. Pensiamo al rito del matrimonio: quanto ormai è vissuto in modo individuale, personale! Quindi mi sembra di capire  che al tempo del deserto,  tutto questo era facile da vivere perché vi era una comunità e un popolo. Penso dunque che i primi due passi da fare per arrivare a riscoprire il senso di una consacrazione siano quelli della riscoperta dell’appartenenza ad un popolo e dei riti che connotano quel popolo.

Preghiamo

Preghiamo perché i riti della chiesa possano parlare all’ uomo moderno.

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita? Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni. In verità io vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non moriranno, prima di aver visto venire il Figlio dell’uomo con il suo regno».

3 pensieri su “venerdì 7 agosto

  1. elena

    “Per abitare in mezzo a loro”. Mi piace e mi dà un senso di pace e di gioia questa frase riportata n e la Bibbia. Dio abita in mezzo a noi. In Esodo sembra così lontano e irraggiungibile. Gesù lo avvicina a ll a nostra pochezza e ci riscatta con la sua croce. Dio abita ancora con noi anche quando ci sembra lontano. Rendi forte la nostra fede in Te, Signore, rendici degni di avvicinarti. Elena

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  2. sr Rita

    ” Sapranno che io sono il loro Dio, che li ha fatti uscire dal paese d’Egitto….” Se il rito, se la consacrazione riuscissero a realizzare questo “sapere” penso che anche oggi avrebbero un senso pieno ed efficace. Certo, ci vuole consapevolezza nel consegnare la propria vita a Dio, ci vuole consapevolezza nelle celebrazioni liturgiche cui partecipiamo spesso o di quando in quando. Ma quello che rende significativi l’uno e l’altra è il far memoria di quanto Dio ha fatto: ci ha fato uscire e ci fa continuamente uscire dalle schiavitù…ci conduce verso la Promessa . Ringrazio Dio che continua a realizzare cose buone per me, per noi. Dalla mia terra brasiliana dove sono giunta bene oggi pomeriggio mando un fraterno abbraccio a ciascuno di voi. Preghiamo per Rita, mamma di Maria Carolina, che sta tornando al Padre e per la sua famiglia che ho potuto meglio conoscere nelle settimane che la mamma è entrata nell’Hospice del Palazzolo.

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  3. Silvia Coter

    “Diverrà allora una cosa santissima e quanto toccherà l’altare sarà santo”. I nostri altari oltre al rito di ufficiale consacrazione che li rende appunto altari, vengono riconsacrati ogni giorno con lo stesso sangue di Gesù. E quanto toccherà l’altare sarà santo! Penso ai sacerdoti che baciano quell’altare all’inizio, e forse anche al termine, della celebrazione eucaristica…resi santi…resi, offerti, offerti a Dio, purificati, per sempre. Vorrei pregare anche e ancora per i sacerdoti, perché per la forza e la grazia di Dio siano offerta pura e limpida agli uomini, a Dio.

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