venerdì 6 settembre

di | 6 Settembre 2019

1Gv 3,11-18                                                                                                     11 Poiché questo è il messaggio che avete udito da principio: che ci amiamo gli uni gli altri. 12 Non come Caino, che era dal Maligno e uccise suo fratello. E per quale motivo l’uccise? Perché le sue opere erano malvagie, mentre quelle di suo fratello erano giuste. 13 Non meravigliatevi, fratelli, se il mondo vi odia. 14 Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte. 15 Chiunque odia il proprio fratello è omicida, e voi sapete che nessun omicida ha più la vita eterna che dimora in lui. 16 In questo abbiamo conosciuto l’amore, nel fatto che egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli. 17 Ma se uno ha ricchezze di questo mondo e, vedendo il suo fratello in necessità, gli chiude il proprio cuore, come rimane in lui l’amore di Dio? 18 Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità.

Commento

Ed eccolo il centro del discorso di questa lettera: l’amore per il prossimo e non a parole ma coi fatti.  Se vogliamo possiamo dire così: L’intera esistenza cristiana consiste nella vocazione dei discepoli di Cristo ad amarsi vicendevolmente come li ha amati il loro Maestro e Signore, fino al dono supremo della vita.  È il comandamento nuovo,  è la parola costitutiva della comunione ecclesiale.  In questa dichiarazione programmatica il messaggio di Giovanni giunge al suo vertice e, insieme, al  massimo di semplicità e di concentrazione: amare o non amare equivale a essere cristiano o non cristiano, a vita o morte, a salvezza o a dannazione. Se i cristiani non amano i fratelli, restano nelle tenebre e sono preda della morte; al contrario, amando, mostrano di  essere viventi  in Cristo, vivi della vita di Dio seminata nei loro cuori.  All’odio di Caino omicida si contrappone infatti l’amore stupendo di Cristo, che dona la sua vita per tutti: E per togliere ogni illusione a quanti pensano di essere disponibili al martirio senza vivere l’amore concreto e quotidiano, Giovanni fa subito un esempio: la condivisione col fratello bisognoso. Se nell’ambito della comunità uno che ha tanti beni, di fronte al fratello che versa in miseria e sofferenza,  chiude il cuore e reprime i suoi sentimenti profondi di compassione e di solidarietà, è totalmente estraneo alla logica di Cristo.

Preghiamo

Preghiamo per ogni sofferente

4 pensieri su “venerdì 6 settembre

  1. Sr Rita

    Amare il fratello in necessità è la prova dell’amore per Dio. Io dico grazie ai fratelli e sorelle che incontro nella mia vita qui in Brasile. Sono immagine e motivo del mio amore ricevuto e donato in Dio. Sono appena tornata dalla nostra parrocchia dedicata a Santa Bakhita.Stiamo facendo il Triduo in preparazione della festa fi domenica. Si capisce questa santa africanacristiana e venduta come schiava che a un certo punto diventa suora canossiana e vive un amore semplice e concreto. Liberata dall’amore di Dio diventa amore liberante per i bisognosi.

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  2. Elena

    Forse diventare strumenti vivi dell’amore di Dio è proprio la centralità dell’essere cristiani, dell’essere parti di Colui che ama fino alla morte. L’amore donato perché ricevuto si espande, nutriente, nella vita di ogni uomo e donna di buona volontà. E genera amore, dono,gratuità…
    Preghiamo per le persone nel bisogno e nella sofferenza e perché apriamo il nostro cuore al grido o al muto sguardo di ogni fratello.
    Una preghiera per Mariarosa e per sua figlia.

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  3. sr Alida

    Come rimane in noi l’amore di Dio ?Amando non a parole e con verità ….un amore di piccoli gesti concreti ,ma quotidiani in modo da assomigliare a poco a poco nel nostro cammino al dono di Cristo….Prego per Renata una componente della nostra Fraternità del Palazzolo che ieri ci ha lasciato ..Anche perla mamma di Elio uno degli ospiti delle nostre case a cui è mancata la mamma questa notte…Per ogni sofferente …Oggi con sr Marilina ,ora nostra M.Generale ringrazio il Signore per la sua fedeltà , per il nostro 38° anniversario di professione ci custodisca nel suo amore ….Continuiamo a ricordare il Papa nel suo peregrinare e le popolazioni che visita .

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