venerdì 4 novembre

di | 3 Novembre 2022

Apocalisse 11,7-14

E quando avranno compiuto la loro testimonianza, la bestia che sale dall’abisso farà guerra contro di loro, li vincerà e li ucciderà. I loro cadaveri rimarranno esposti sulla piazza della grande città, che simbolicamente si chiama Sòdoma ed Egitto, dove anche il loro Signore fu crocifisso. 9Uomini di ogni popolo, tribù, lingua e nazione vedono i loro cadaveri per tre giorni e mezzo e non permettono che i loro cadaveri vengano deposti in un sepolcro. 10Gli abitanti della terra fanno festa su di loro, si rallegrano e si scambiano doni, perché questi due profeti erano il tormento degli abitanti della terra. Ma dopo tre giorni e mezzo un soffio di vita che veniva da Dio entrò in essi e si alzarono in piedi, con grande terrore di quelli che stavano a guardarli. 12Allora udirono un grido possente dal cielo che diceva loro: “Salite quassù” e salirono al cielo in una nube, mentre i loro nemici li guardavano. 13In quello stesso momento ci fu un grande terremoto, che fece crollare un decimo della città: perirono in quel terremoto settemila persone; i superstiti, presi da terrore, davano gloria al Dio del cielo. 14Il secondo “guai” è passato; ed ecco, viene subito il terzo “guai”.

Commento

La grande città simbolica dove sono esposti i cadaveri è la grande città di Gerusalemme e i cadaveri esposti sono coloro che venivano crocefissi. Quindi il riferimento è al calvario e alla croce. La domanda che si pone è perché non vengono detti in maniera esplicita tutti i nomi, ma si ricorre sempre alla simbologia. Sicuramente non come direbbe qualche lettura inadatta perché dietro quei simboli e quei numeri ci sono particolari cose che la chiesa vuole tenere segreto. Semplicemente perché i cristiani erano esposti alla persecuzione e quindi citare esplicitamente nomi ed eventi li esponeva ad ulteriori pericoli. E poi perché un numero, un segno, un simbolo non vale solo per quell’attimo in cui è scritto, ma vale per tutte le epoche, quindi questi discorsi valgono anche per l’oggi. Ancora una volta si sente la tromba che annuncia che dopo la morte sul calvario vi è la resurrezione. Secondo le attese del tempo, il momento tremendo, dell’angoscia e della persecuzione sarà seguito dalla risurrezione e dall’inaugurazione di un regno nuovo: conformemente a questo schema, Giovanni conclude la sesta tromba con il ricordo della risurrezione dei due testimoni. E’ questa l’ «ora» decisiva, l’ora della vita che trionfa.

Preghiamo

Preghiamo per Marco

2 pensieri su “venerdì 4 novembre

  1. Elena

    Difficile per me comprendere i passaggi simbolici di cui non so nulla nella mia ignoranza. Posso però leggere fra le righe e le parole il senso di quel “Salite quassù” e lo leggo come un segno di apertura di una porta alla salvezza, alla vita senza fine, alla vicinanza al Signore. Mi basta…

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  2. sr Alida

    Salite quassù… Un invito nel vivere quotidiano ad alzare gli occhi al cielo, a volgere il pensiero a ciò che non passa ad allontanare l’effimero. Preghiamo per Marco e per tutti quelli che portano il nome Carla e Carlo nel giorno onomastico.

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