venerdì 3 luglio

di | 2 Luglio 2015

Esodo home212,37-42  – San Tommaso

37 Gli Israeliti partirono da Ramses alla volta di Succot, in numero di seicentomila uomini capaci di camminare, senza contare i bambini. 38 Inoltre una grande massa di gente promiscua partì con loro e insieme greggi e armenti in gran numero. 39 Fecero cuocere la pasta che avevano portata dall’Egitto in forma di focacce azzime, perché non era lievitata: erano infatti stati scacciati dall’Egitto e non avevano potuto indugiare; neppure si erano procurati provviste per il viaggio. 40 Il tempo durante il quale gli Israeliti abitarono in Egitto fu di quattrocentotrent’anni. 41 Al termine dei quattrocentotrent’anni, proprio in quel giorno, tutte le schiere del Signore uscirono dal paese d’Egitto. 42 Notte di veglia fu questa per il Signore per farli uscire dal paese d’Egitto. Questa sarà una notte di veglia in onore del Signore per tutti gli Israeliti, di generazione in generazione.

commento

Incomincio con piccolo fatto: il nostro orto in questi giorni  è invaso dalle cavallette. inizialmente in modo ironico, poi un pò più seriamente, ho pensato alla terribile sequenza delle piaghe d’Egitto, tra cui appunto anche le cavallette. Che anche io debba in qualche modo imparare ad avere un cuore sempre più docile? Che anche io debba in qualche modo fare “passaggio”, pasqua? ma quale è la mia uscita pasquale di cui tra l’altro oggi nel testo ne sentiamo l’annuncio? Comunque pensando alle cavallette del mio orto qualche pensiero su tutto quanto ho scritto in questi giorni l’ho fatto. ma veniamo al testo di oggi: La memoria dell’uscita del popolo di Dio dall’Egitto viene enfatizzata con l’ “esagerazione” delle cifre: seicentomila uomini, la grande massa di gente, e anche i quattrocentotrent’anni di permanenza in Egitto, mentre noi conosciamo solo il tempo della generazione di Giacobbe e di Giuseppe, e poco più, fino al faraone che non aveva conosciuto Giuseppe, in Esodo 1,8. Ma tutto questo sottolinea la centralità e la rilevanza dell’esodo dall’Egitto. La cottura delle focacce azzime con la pasta non lievitata stabilisce, uno dei cibi essenziali della cena pasquale, quella che la tradizione cristiana assumerà per il pane della Mensa Eucaristica. Il pane azzimo dice la fretta generata da quella notte di salvezza. Inoltre mi sembra si voglia qui sottolineare la grande povertà di questo popolo – non si sono procurati “neppure le provviste per il viaggio” – che lo consegna totalmente all’amore del suo Signore. Quella “notte” diventa il cuore della fede e della sapienza di Israele. E’ stata una “veglia”, quando il Signore li ha fatti uscire dal paese d’Egitto. E sarà una “veglia” in onore del Signore per tutte le generazioni di Israele, anche  per Gesù fino all’ultima cena.

preghiamo

preghiamo per Valentina e Nicola che oggi si sposano.

dal Vangelo secondo Giovanni

Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».

 

2 pensieri su “venerdì 3 luglio

  1. suor Rita

    “Notte di veglia per il Signore…” Gli israeliti cominciano davvero a muoversi, a lasciare il luogo della loro schiavitù. Potremmo dire che si comincia a respirare. E Dio accompagna questo “uscire” con la premura di un padre che dà consigli, che apre cammini. Una notte di veglia, da parte di chi si prepara a fuggire – e possiamo immaginare con quanta ansia – e da parte di Dio che sta facendo da “regista” a tutto questo movimento. Mi piace pensare a questo viaggio come alla nostra esperienza di vita: una notte di veglia…che prepara un nuovo giorno, un nuovo stato di cose. Guardiamo con speranza tutti i passaggi che avvengono nella nostra vita e in quella delle comunità civili ed ecclesiali. Buon “passaggio alla coppia di sposi” verso una vita più intensa di amore e di creatività.

    Rispondi
    1. elena

      La veglia è un tempo di attesa e di tensione. Si Veglia Sì veglia su figlio , su un anziano genitore, su un amore ,su un tempo prima di una prova importante, sulla preghiera….. Si veglia e ci si prepara a qualcosa di grande. Nella veglia , in tutte le veglie sane della nostra vita, Dio c”è. È con noi ed opera nella notte e nella nostra tensione. E ci aspetta per compiere ogni viaggio insieme.
      Oggi prego per tutti voi. Un abbraccio. Elena

      Rispondi

Rispondi a suor Rita Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.