venerdì 29 gennaio

di | 28 Gennaio 2021

Giobbe 4

1 Elifaz di Teman prese a dire: 2«Se uno tenta di parlare, ti sarà gravoso?
Ma chi può trattenere le parole?
3Ecco, sei stato maestro di molti
e a mani stanche hai ridato vigore;
4le tue parole hanno sorretto chi vacillava
e le ginocchia che si piegavano hai rafforzato.
5Ma ora che questo accade a te, ti è gravoso;
capita a te e ne sei sconvolto.
6La tua pietà non era forse la tua fiducia,
e la tua condotta integra la tua speranza?
7Ricordalo: quale innocente è mai perito
e quando mai uomini retti furono distrutti?
8Per quanto io ho visto, chi ara iniquità
e semina affanni, li raccoglie.
9A un soffio di Dio periscono
e dallo sfogo della sua ira sono annientati.
10Ruggisce il leone, urla la belva,
e i denti dei leoncelli si frantumano;
11il leone perisce per mancanza di preda,
e i figli della leonessa si disperdono.

12A me fu recata, furtiva, una parola
e il mio orecchio ne percepì il lieve sussurro.
13Negli incubi delle visioni notturne,
quando il torpore grava sugli uomini,
14terrore mi prese e spavento,
che tutte le ossa mi fece tremare;
15un vento mi passò sulla faccia,
sulla pelle mi si drizzarono i peli.
16Stava là uno, ma non ne riconobbi l’aspetto,
una figura era davanti ai miei occhi.
Poi udii una voce sommessa:
17«Può l’uomo essere più retto di Dio,
o il mortale più puro del suo creatore?
18Ecco, dei suoi servi egli non si fida
e nei suoi angeli trova difetti,
19quanto più in coloro che abitano case di fango,
che nella polvere hanno il loro fondamento!
Come tarlo sono schiacciati,
20sono annientati fra il mattino e la sera,
senza che nessuno ci badi, periscono per sempre.
21Non viene forse strappata la corda della loro tenda,
sicché essi muoiono, ma senza sapienza?».

Commento

In questo primo dialogo degli amici di Giobbe, in particolare l’amico Elifaz di Teman è come espressa in maniera raffinata tutta la teologia del giudaismo. Non possiamo commentare tutto in maniera altrettanto raffinato, ci limitiamo ad alcuni spunti.  Elifaz incarna il modello della teologia e della profezia ufficiale.  La tesi della profezia ufficiale è già dichiarata quasi integralmente fin da questo primo discorso d’Elifaz: la sofferenza nasce da una colpa e quindi è espressione della giustizia distributiva di Dio perché ogni uomo è peccatore. Anche Giobbe non può sottrarsi a quest’universalità e deve alla fine sperare nella sapienza divina che “affanna e consola”. Capite bene che non si tratta di una vera e propria consolazione ma di un giudizio. Non si consola la persona indicandogli i suoi errori. Ancora Elifaz dichiara che nessun uomo è senza peccato.  E’ assurdo, perciò, ribellarsi: anzi la legge della retribuzione deve implacabilmente funzionare punendo il peccatore nella sua vita e nei beni a cui è attaccato. Giobbe riconosca allora che non può essere innocente perché del suo peccato egli ha la prova sperimentale e flagrante nella sua sofferenza. Questa è la teologia tradizionale che Giobbe non vuole accettare.

Preghiamo

Preghiamo per Orietta.

2 pensieri su “venerdì 29 gennaio

  1. Elena

    Non riesco a pensare ad un Dio che vuole il male dell’uomo. Non ho mai creduto nemmeno a mia madre quando ventilava i castighi di Dio se non facevo la brava bambina. Non lo pensavo Dio così meschino, così vendicativo, così ricattatore, così “uomo”. Sennò, mi sono sempre detta, non sarebbe davvero un Dio creatore amorevole. Troppo umane le sue caratteristiche…anche perché Lui sa di averci creati imperfetti e fragili. Che gusto avrebbe poi nel volerci punire pesantemente per questo?
    Prego con voi per Orietta.

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  2. sr Alida

    Anche per me non ho mai creduto a un Dio che punisce così…Che grande umiltà e fiducia ha avuto Giobbe Prego con voi per Orietta

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