venerdì 27 aprile

di | 27 Aprile 2018

profeta geremia iconaGer 30, 1-9                                              

1 Parola che fu rivolta a Geremia da parte del Signore: 2 Dice il Signore, Dio di Israele: “Scriviti in un libro tutte le cose che ti dirò, 3 perché , ecco, verranno giorni – dice il Signore – nei quali cambierò la sorte del mio popolo, di Israele e di Giuda – dice il Signore -; li ricondurrò nel paese che ho concesso ai loro padri e ne prenderanno possesso” 4 Queste sono le parole che il Signore pronunziò per Israele e per Giuda: 5 Così dice il Signore: “Si ode un grido di spavento, terrore, non pace. 6 Informatevi e osservate se un maschio può partorire. Perché mai vedo tutti gli uomini con le mani sui fianchi come una partoriente? Perché ogni faccia è stravolta, impallidita? Ohimè! 7 Perché grande è quel giorno, non ce n’è uno simile! Esso sarà un tempo di angoscia per Giacobbe, tuttavia egli ne uscirà salvato. 8 In quel giorno – parola del Signore degli eserciti – romperò il giogo togliendolo dal suo collo, spezzerò le sue catene; non saranno più schiavi di stranieri. 9 Essi serviranno il Signore loro Dio e Davide loro re, che io susciterò loro.

Commento

Oggi il nostro brano ci invita dentro il percorso dell’esilio a non smarrire la notizia buona di una insperata liberazione del popolo. I versi di oggi infatti enfatizzano, attraverso una “sproporzione” quantitativa delle parole, l’irrompere dell’evento salvifico in un orizzonte descritto come irrimediabilmente chiuso e cupo come è quello dell’esilio.  Quanto dunque sembra irrisolvibile come la doloroso vicenda della deportazione, tanto più fiorisce come inaspettata e totalmente gratuita la notizia della salvezza. Sarà Dio stesso a operare tale salvezza. Sarà Lui personalmente a rompere il giogo e a spezzare le catene. Sarà Lui a sottrarre definitivamente Israele da ogni schiavitù subìta da popoli stranieri . Ed ecco allora lo scopo, il grande obiettivo della storia della salvezza: essere liberati dalla servitù degli uomini per servire il Signore e il suo messia. Per questo la possibilità di servire liberamente il Signore sarà sempre per il popolo di Dio il segno forte della sua non appartenenza ai domini del mondo e la sua appartenenza al Signore della salvezza e della pace. La liberazione dunque non è per Israele l’occasione per un ricupero di autonomie individualistiche, ma la gioia di essere sottratti da schiavitù di morte per vivere in comunione con il Signore della vita.

Preghiamo

Preghiamo per le nostre comunità parrocchiali

5 pensieri su “venerdì 27 aprile

  1. sr Rita

    Signore, ancor oggi rompi il giogo della schiavitù che attanaglia molti popoli e fa tornare la gioia sul volto dei tuoi figli.

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  2. . Elena

    Che nessun uomo, che nessuna donna sulla terra perda la speranza di salvezza e redenzione. Personalmente credo nelle ” sorprese ” di Dio e nella sua creatività salvifica per tutti noi!
    Ricordo nella preghiera tutti gli educatori e gli insegnanti.

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  3. srAlida

    Che il Signore liberi da ogni schiavitù ,…ci conceda di servire e appartenere a Lui ,mi unisco alla preghiera per Bruno ,per tutte le comunità parrocchiali con i bambini e i ragazzi che si stanno preparando a ricevere i Sacramenti per gli educatori ,insegnanti e i catechisti .

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  4. Cristina

    Affido al Signore i miei genitori che oggi festeggiano 50 anni di matrimonio…che il Signore li accompagni e li guidi

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