venerdì 20 luglio

di | 19 Luglio 2018

1 corinti1 Cor 4,8-13                                              

8 Già siete sazi, già siete diventati ricchi; senza di noi già siete diventati re. Magari foste diventati re! Così anche noi potremmo regnare con voi. 9 Ritengo infatti che Dio abbia messo noi, gli apostoli, all’ultimo posto, come condannati a morte, poiché siamo diventati spettacolo al mondo, agli angeli e agli uomini. 10 Noi stolti a causa di Cristo, voi sapienti in Cristo; noi deboli, voi forti; voi onorati, noi disprezzati. 11 Fino a questo momento soffriamo la fame, la sete, la nudità, veniamo schiaffeggiati, andiamo vagando di luogo in luogo, 12 ci affatichiamo lavorando con le nostre mani. Insultati, benediciamo; perseguitati, sopportiamo; 13 calunniati, confortiamo; siamo diventati come la spazzatura del mondo, il rifiuto di tutti, fino ad oggi.

Commento

Il rimprovero di Paolo che ascoltiamo porta, come in controluce, un insegnamento molto importante per la vita di fede, secondo cui non possiamo mai ritenerci “ricchi” e realizzati, ma sempre piccoli e in cammino. L’esperienza più profonda è proprio all’opposto: questa è la considerazione che sta dentro a tutto quello che oggi ascoltiamo dal Signore nell’insegnamento dell’Apostolo. Proprio per questo motivo Dio ha esposto/mostrato gli apostoli, cioè le guide della comunità credente, come “ultimi”. Da qui mi sembra importante osservare come la descrizione della vita di questi uomini alluda in modo forte alla persona di Gesù. Essi appaiono lontani e diversi da ogni realtà: “spettacolo al mondo, agli angeli e agli uomini”, e quindi immagine viva del Signore che testimoniano e annunciano. Ed è il Cristo della Passione che essi mostrano in se stessi. A causa di Cristo essi paiono, di fronte al mondo e alle sue misure, stolti, deboli e ignobili. La loro vita sembra perduta alle valutazioni mondane, segnata dalla fame, dalla sete, dalla nudità, dalle violenze subite, dall’essere “senza dimora”, costretta al regime duro del lavoro. Ma proprio questa loro condizione di umiliazione e di morte è principio di bene, perché, muovendosi nella sapienza e nella carità di Gesù, essi benedicono chi li insulta, sopportano i loro persecutori, confortano chi li calunnia.

Preghiamo

Preghiamo per tutti i malati

4 pensieri su “venerdì 20 luglio

  1. srAlida

    La vita di fede è un cammino fatto di piccoli gesti…..che volgono al bene ,a volte un po sofferti ,custodendo l’ultimo posto … prego per tutti i malati specie per i più gravi ….

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  2. srAlida

    Una preghiera per i due Lucas e le due famiglie ,per Renato ,aggiungo una preghiera per Marina ,in situazioni di forte disagio psichico…

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  3. sr Rita

    L’ironia di Paolo diventa una scossa che fa prendere coscienza di come l’apostolo sia a servizio di tutti, mentre i cristiani di Corinto si ritengono superiori agli altri. Noi siamo contemporanee nei panni di Paolo e dei Corinzi. Ci sia data la sapienza della croce e l’umiltà dell’apprendista.

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  4. . Elena

    Negli apostoli, si rinnova lo scandalo di Gesù ai benpensanti. Siamo ancora capaci di scandalizzare, di smuovere, di sollecitare in un modo diverso dell’essere cristiani? Siamo ancora capaci di farci carico di insulti, umiliazioni, servizio, incomprensioni, povertà, lavoro duro, nel nostro essere testimoni oggi del Vangelo di Gesù vissuto giorno dopo giorno? Quanto più ci avviciniamo a Lui, tanto più ci sentiamo piccoli e ancora più bisognosi di imparare ad essere persone “altre”… Signore, mostraci come riuscire ad essere efficacemente scomodi! Una preghiera per i migranti che fanno i conti con speranza e carità e nello stesso tempo tanta durezza di cuore e di pensiero.

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