venerdì 19 novembre

di | 18 Novembre 2021

Lc. 23,44-49

44 Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. 45 Il velo del tempio si squarciò nel mezzo. 46 Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo spirò. 47 Visto ciò che era accaduto, il centurione glorificava Dio: «Veramente quest’uomo era giusto». 48 Anche tutte le folle che erano accorse a questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornavano percuotendosi il petto. 49 Tutti i suoi conoscenti assistevano da lontano e così le donne che lo avevano seguito fin dalla Galilea, osservando questi avvenimenti.

Commento

Nelle tue mani consegno il mio spirito. Gesù consegna nelle mani del padre la sua vita, il suo spirito, il suo soffio vitale. Riconsegna la sua vita la dove la sua vita era partita. La sua è una morte fisica, ma è di fatto una riconsegna della vita alla fonte della vita. E’ per questo motivo che Gesù non muore alla vita, ma rinasce alla vita. Ogni riconsegna al Padre è un rinascere, ogni volta che consegniamo a Dio la nostra storia, anche quella più fallimentare e povera possibile, questa vita può ricominciare. Ci sono due particolari che mi colpiscono. Il primo è il fatto che chi riconosce che Gesù è il figlio di Dio è un centurione romano, cioè un pagano.  Stranezza della vicenda della fede: l’uomo pio e religioso non riconosce Gesù, l’uomo in apparenza non credente arriva alla fede. Questa del figlio di Dio è la più alta e solenne professione di fede. La folle, e questo è il secondo particolare, se ne vanno percuotendosi il petto.  Non è stata capace di fermare la passione di Gesù. Anzi per certi versi la condivisa, e poi subito dopo si pente. Strano comportamento quello dell’uomo quando è nella folla.

Preghiamo

Preghiamo per Mara

2 pensieri su “venerdì 19 novembre

  1. Elena

    Gesù si è fidato e affidato. Ora consegna il Suo spirito al Padre. Dopo aver vissuto la vicenda terrena, torna all’origine, si consegna completamente. Noi facciamo spesso tanta fatica a vivere, e anche tanta fatica a morire. Prima di tutto morire a noi stessi per consegnarci al Padre. Ascolto le storie di chi accompagna i morenti. Alcune sono di grande fatica, altre sono di grande e fiducioso abbandono nelle braccia del Padre. Vorrei tanto andarmene così, consegnando il mio spirito. Ne avrò la fede?
    Una preghiera per Mara.

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  2. sr Alida

    Consegna e affidamento è il dono totale di Gesù è segno di fiducia nell’amore del Padre… A nostra volta consegnare la vita e i
    nostri fallimenti diventano forza del cammino nella scelta del bene. Preghiamo per Mara e per la salute di don Egidio.

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