Fil. 1,25-30
5 Per conto mio, sono convinto che resterò e continuerò a essere d’aiuto a voi tutti, per il progresso e la gioia della vostra fede, 26 perché il vostro vanto nei miei riguardi cresca sempre più in Cristo, con la mia nuova venuta tra voi. 27 Soltanto però comportatevi da cittadini degni del vangelo, perché nel caso che io venga e vi veda o che di lontano senta parlare di voi, sappia che state saldi in un solo spirito e che combattete unanimi per la fede del vangelo, 28 senza lasciarvi intimidire in nulla dagli avversari. Questo è per loro un presagio di perdizione, per voi invece di salvezza, e ciò da parte di Dio; 29 perché a voi è stata concessa la grazia non solo di credere in Cristo; ma anche di soffrire per lui, 30 sostenendo la stessa lotta che mi avete veduto sostenere e che ora sentite dire che io sostengo.
Commento
Paolo è così preso dall’amore del Signore e per la sua comunità che egli giunge alla convinzione, alla persuasione, che non morrà per ora; parla di necessità della sua presenza e del suo lavoro; sa che rimarrà con le sue care chiese, perchè la sua presenza rafforzerà la loro fede, darà loro quella serenità che una catastrofe avrebbe potuto far loro perdere, e fortificherà in loro la coscienza ch’esse hanno già, di trovarsi sulla via della salvezza. Vi è in Paolo come un patire per Gesù e per la sua comunità. ll patire che il cristiano fa come cristiano, è un dono di Dio non meno del suo credere in Cristo. È un dono che presuppone quello della fede; Paolo si sente come onorato di poter servire e soffrire per Cristo e per la sua comunità, perché in questo soffrire egli vede tutto l’amore di Dio riversato su di lui e su tutta l’umanità.
Preghiamo
Preghiamo per gli insegnanti
Faccio fatica a vedere nella sofferenza un dono, ci leggo piuttosto un’opportunità di riflessione e di crescita, ci vedo la possibilità di sviluppare altre prospettive e punti di vista,, su noi stessi, sulla vita e sugli altri. Ma ciò che è importante è che raccolgo del pensiero di Paolo è la tenacia del non lasciarsi andare a pensieri funesti, è la coerenza della tenuta, anche in condizioni avverse. Questi sì sono doni grandi. Unisco la mia alla preghiera comune per gli insegnanti. Ne abbiamo tanto bisogno per svolgere bene il ruolo che ci è stato assegnato.
Stare saldi nel Signore… Preghiamo perché sia così per ognuno di noi è per tutti i cristiani, per gli insegnanti.