
1 Cor. 12,21-31
21 l’occhio non può dire alla mano: «Non ho bisogno di te»; né il capo può dire ai piedi: «Non ho bisogno di voi». 22 Al contrario, le membra del corpo che sembrano essere più deboli sono invece necessarie; 23 e quelle parti del corpo che stimiamo essere le meno onorevoli, le circondiamo di maggior onore; le nostre parti indecorose sono trattate con maggior decoro, 24 mentre le parti nostre decorose non ne hanno bisogno; ma Dio ha formato il corpo in modo da dare maggior onore alla parte che ne mancava, 25 perché non ci fosse divisione nel corpo, ma le membra avessero la medesima cura le une per le altre. 26 Se un membro soffre, tutte le membra soffrono con lui; se un membro è onorato, tutte le membra ne gioiscono con lui. 27 Ora voi siete il corpo di Cristo e membra di esso, ciascuno per parte sua. 28 E Dio ha posto nella chiesa in primo luogo degli apostoli, in secondo luogo dei profeti, in terzo luogo dei dottori, poi miracoli, poi doni di guarigioni, assistenze, doni di governo, diversità di lingue. 29 Sono forse tutti apostoli? Sono forse tutti profeti? Sono forse tutti dottori? Fanno tutti dei miracoli? 30 Tutti hanno forse i doni di guarigioni? Parlano tutti in altre lingue? Interpretano tutti? 31 Voi, però, desiderate ardentemente i doni maggiori!
Ora vi mostrerò una via, che è la via per eccellenza.
Commento
Il paragone del corpo secondo San Paolo si presta ad ulteriori contenuti. La diversità delle membra non si riduce a una pura e semplice coesistenza delle une accanto alle altre, come parti in se stesse autosufficienti e autonome. Al contrario, le unisce in un reciproco bisogno. C’è una mutua dipendenza di libertà e di complementarietà delle diverse membra. Comunque non dobbiamo perdere di vista il vero soggetto di tutta questa descrizione. Il corpo è la Chiesa, noi siamo le sue membra, diversificate, con diversi compiti, che si prendono cura le une delle altre. L’unità della Chiesa non si confonde con un’uniformità ripetitiva, ma risulta da un’armonizzazione dei diversi. Questo avviene grazie allo Spirito che non dona fenomeni straordinari e sovrumani, destinati a pochi, come credevano i Corinti. Al contrario è creatore e animatore di una comunità articolata e diversificata. L’alterità dei cristiani poggia sulla partecipazione ai suoi doni. Ma il versetto più significato di oggi è semplicemente questo: Ora vi mostrerò una via, che è la via per eccellenza, che di fatto è l’introduzione al grande inno alla carità di Paolo.
Preghiamo
Preghiamo per chi deve decidere nella vita.
Chiesa come armonia dei diversi, un impegno, un cammino, che richiede apertura, accoglienza… La diversità come dono va riconosciuta, nella consapevolezza che che ciascuno, mettendo in comune il suo dono, rende completo il disegno divino in Gesù. Con voi prego per chi deve decidere nella vita.