venerdì 12 novembre

di | 11 Novembre 2021

Lc. 23,6-12

6Udito ciò, Pilato domandò se quell’uomo era Galileo 7e, saputo che stava sotto l’autorità di Erode, lo rinviò a Erode, che in quei giorni si trovava anch’egli a Gerusalemme.  Vedendo Gesù, Erode si rallegrò molto. Da molto tempo infatti desiderava vederlo, per averne sentito parlare, e sperava di vedere qualche miracolo fatto da lui. 9Lo interrogò, facendogli molte domande, ma egli non gli rispose nulla. 10Erano presenti anche i capi dei sacerdoti e gli scribi, e insistevano nell’accusarlo. 11Allora anche Erode, con i suoi soldati, lo insultò, si fece beffe di lui, gli mise addosso una splendida veste e lo rimandò a Pilato. 12In quel giorno Erode e Pilato diventarono amici tra loro; prima infatti tra loro vi era stata inimicizia.

Commento

Gesù viene mandato da Erode. Il motivo è sempre, diremmo noi, burocratico. Siccome Gesù era Galileo era sotto la giurisdizione di Erode e quindi era Erode che doveva decidere che cosa fare. Questo è il motivo storico. In realtà il senso è molto più profondo: nessuno vuole prendersi la responsabilità di condannare uno che non ha commesso colpe. E quindi Gesù viene mandato avanti e indietro tra Pilato, Erode e i sommi sacerdoti. Davanti ad  Erode Gesù non parla, rimane muto. Non ha più niente da dire. Ha già detto tutto da Pilato: lui è il messia salvatore. Anche da Erode Gesù riceve la sua dose di insulti e di beffe. Lo stesso Erode trova Gesù insignificante e si fa beffa di Lui. Ci sono due dati interessanti in questo brano. Il primo Erode gli mette addosso una splendida veste. Una veste regale. Gesù nel momento del massimo insulto viene proclamato re. Ma sappiamo bene che Gesù è re, ma re nell’amore. Erode involontariamente mette in evidenza chi è Gesù. Il secondo dato è che Erode e Pilato che erano sempre stati nemici, qui diventano amici. Un’amicizia per interesse. Il potere difficilmente conosce amicizie vere.

Preghiamo

Preghiamo per Carlo

2 pensieri su “venerdì 12 novembre

  1. Elena

    Mi colpisce sempre il silenzio di Gesù. Intorno ad un processo si spendono, si manipolano, si consumano, si sprecano parole. Poi, c’è il silenzio di qualcuno. Il silenzio che può essere omertà, il silenzio mosso da paura, il silenzio che diventa preghiera, il silenzio di chi è fedele, di chi ascolta, di chi non ha più nulla da dire… Quello di Gesù mi è sempre sembrato il silenzio di chi non va contro, ma di chi si affida totalmente al Padre, avendo già detto tutto, avendo già fatto tutto. Che senso avrebbe avuto dire anche solo una parola in più?
    Sia fatta la Tua volontà…a noi manca spesso questo silenzio di attesa ed abbandono. Del resto, siamo solo uomini e donne, facciamo fatica a non reagire e anche a lasciar dire e fare a Te, Signore…
    Prego per Carlo.

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  2. sr Alida

    Il silenzio, il tacere, quello di Gesù, è molto difficile per me, per noi. Guardare di più a Gesù per imparare il Suo modo di tacere, di abbandonarsi al Padre. Una preghiera per Carlo

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