venerdì 11 settembre

di | 10 Settembre 2015

home2Osea 2,4-9      

4 Accusate vostra madre, accusatela, perché essa non è più mia moglie e io non sono più suo marito!  Si tolga dalla faccia i segni delle sue prostituzioni e i segni del suo adulterio dal suo petto; 5 altrimenti la spoglierò tutta nuda e la renderò come quando nacque e la ridurrò a un deserto, come una terra arida, e la farò morire di sete. 6 I suoi figli non li amerò, perché sono figli di prostituzione. 7 La loro madre si è prostituita, la loro genitrice si è coperta di vergogna. Essa ha detto: “Seguirò i miei amanti, che mi danno il mio pane e la mia acqua, la mia lana, il mio lino, il mio olio e le mie bevande”. 8 Perciò ecco, ti sbarrerò la strada di spine e ne cingerò il recinto di barriere e non ritroverà i suoi sentieri. 9 Inseguirà i suoi amanti, ma non li raggiungerà, li cercherà senza trovarli. Allora dirà: “Ritornerò al mio marito di prima perché ero più felice di ora”.

Commento

Mi piace pensare a questo uomo, Osea,  così innamorato di sua moglie che vuole a tutti i costi riconquistarla e quindi inizia a mettere in atto una serie di strategie per arrivare al suo obiettivo. Teniamo presente che la lettura di questi testi è simbolica, è segno di quello che Dio fa per noi.  Il primo di questi stratagemmi è quello di accusarla, di fare in modo che alzando la voce, questa possa in qualche modo capire.  Il testo è  un accusa molto forte della condizione e della vita della moglie. Tutto questo nella speranza che  in qualche modo possa ritornare dal marito. Detto questo, mi sembra di dover affermare con molta forza, che da tutte le parole che oggi leggiamo emerge il mistero grande della compassione divina e dell’amore di Dio per il suo popolo, più forte di ogni colpa della sposa e di ogni punizione che Egli le infligga. E’ vero che si legge che “essa non è più mia moglie e io non sono più suo marito”, ma è vero peraltro che c’è quell’ “altrimenti” che sembra voler implicitamente affermare che siamo davanti a un giudizio per un castigo in vista della redenzione e non a un giudizio per una definitiva condanna. Noi lo diciamo di frequente: fai il bravo altrimenti…..   quindi queste  parole non sono un castigo definitivo, ma un tentativo di ricondurre alla ragione la sposa che si è allontanata. Il testo prosegue su questa strada  e gli impedimenti che di fatto Dio porrà sulla strada di Israele verso i suoi amanti perversi sono il segno non solo e non tanto di una punizione, quanto l’espressione dell’amore geloso e possessivo di Dio che non consentirà l’infrangersi definitivo del legame tra Lui e il suo popolo. Dio fa la stessa cosa con me, mi cerca, mi rimprovera, alza la voce con me, perché io possa tornare a Lui con tutto il mio cuore.

Preghiamo

Preghiamo per i ragazzi del centro meta del patronato che domani con i loro educatori saliranno alla cappella Savina, in Presolana per ricordare l’anniversario del posa della croce sulla vetta. La croce fu portata e montata sulla Presolana da parte di don Berta con i ragazzi del patronato e del cai di Clusone 50 anni fa.

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».

2 pensieri su “venerdì 11 settembre

  1. elena

    Mi risulta difficile , ancorché simbolico, il linguaggio della Parola di questa notte.
    Faccio fatica, da donna del mio tempo, a recepire come positive e speranzose di una riconciliazione, le parole di Osea come di un amore così espresso tra Dio ed il suo popolo….
    E mi fanno anche un po’ paura questi toni. Si conciliano male nel mio vissuto di Dio e con Dio. Un Dio che è amore misericordioso e paziente e lento all’ira. Un Dio di libertà e di responsabilità. Un Dio di perdono e tenerezza anche se solido ! Un Dio di salvezza e di comprensione. Il Dio di Gesù! Però è molto interessante leggere questo libro antico e sperimentare la bellezza del Cristo, del suo immenso amore e sacrificio a beneficio di un nuovo rapporto tra Dio e l’ uomo. Mi sento riconoscente e grata ….
    Sono con voi nella preghiera e ricordo il grande Papi, padre Berta …. Elena

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  2. sr Rita

    Osea, esasperato per la condotta della moglie – di Israele – chiede aiuto ai figli affinché rendano cosciente la madre dei suoi errori. Trovo in Osea una voglia grande di redimere la sposa prostituta ed anche la sua impotenza. In fondo, se la sposa – Israele – vorrà redimersi lo dovrà capire un poco per volta, anche attraverso la spogliazione, il rimprovero, il rimorso.. Un amore, quello di Osea – di Dio – che trova tutti i modi per ricondurre la sposa alla ragione, alla fedeltà, alla responsabilità. Preghiamo anche per i mariti traditi, abbandonati, rifiutati…e che hanno ancora la voglia di riconquistare la donna che hanno amato.

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