Mio padre mi aveva insegnato tra le tante cose anche questa: impara ad essere apprendista che ruba il mestiere, impara dagli altri. La vita mi ha confermato che questo è un buon principio. Ho insegnato tanti anni in una scuola professionale, quella del patronato, dove la regola era quella del maestro accanto all’apprendista e dove l’apprendista rubava il mestiere, e don Roberto mi ha confermato in tutto questo. Quindi sono apprendista che ruba il mestiere e non maestro che sa tutto. E così per il pensiero di oggi prendo a prestito le parola che un amico mi ha inviato in un video. È vero che sono apprendista che imparo, ma cerco anche di dare forma alle parole e alle cose che apprendo a mio modo. E così le parole del mio amico che sono fantastiche e profonde le ho rimesse insieme a mio modo. Sogno una vita che vale la pena, che valga quella pena. Ma certo che sogno una vita che vale la pena di essere vissuta. Non avevo fattoi conti con quel gioco di parole che dice che valga quella pena. Insomma sognare una vita bella vale la pena, sognare tale vita richiede la sua bella dose di fatica, di pena e di sofferenza. Ma vale una pena? Certo che vale una fatica se il frutto di tutto questo è la bellezza della vita. Non sono il tipo che rifugge la fatica, ma tante e troppe volte mi domando per che cosa vale la pena… sempre il mio amico da cui rubo a piene mani il pensiero di oggi aggiunge più o meno così: vale la pena diventare adulti cioè persone capaci di curare la vita degli altri, capaci non di controllo ma di dono. Si per questo vale la pena di soffrire un po’, questo modo di esistere vale una pena. Ne sono pienamente convinto. Ecco per che cosa vale la pena: per una vita di dono e di cura dell’altro. Per dirla tutta fino in fondo il maestro e amico da cui ho preso come apprendista il pensiero si chiama Ivo Lizzola che ringrazio.