uscita

di | 29 Aprile 2020

oggi ho fatto la prima uscita da quando è in atto il famoso lockdwn. Penso che si tratti di un’uscita consentita dalla legge per via del lavoro. Ritirare le mascherine, andare in banca e sistemare alcune pratiche. Quindi niente fuori dalla norma. Il tutto con autocertificazione in mano. Finora l’unica strada percorsa era Bergamo – Rosciano, Rosciano – Bergamo. Ma che fortuna poter fare quella strada! Attendo anche io il fatidico 4 maggio. Siamo in fase di uscita, di movimento. Non sappiamo bene che tipo di uscita sarà. Ognuno cercherà come sempre di difendere la propria categoria e quindi alla fine dirà perché quello lì può uscire e io no…. In questo senso niente di nuovo sotto il sole. Le cose che scrivo da qui in avanti sono una dedica alla chiesa che amo, ma alla quale ogni tanto vorrei dire qualcosa di mio. Un amore non è sempre solo un sì sottomesso. In questi giorni la chiesa ha fatto la richiesta ufficiale di riaprire le chiese al culto e qui purtroppo non vedo niente di nuovo. Perché gli altri si e noi no? Si torna a come era prima!!!! Il problema allora per la fede e la vita cristiana era solo aprire le chiese!!!!! E allora tutto quello che abbiamo detto in questi 2 mesi? La famiglia chiesa domestica, la sacralità del papà che benedice i figli, il valore del rito fatto in casa… la catechesi familiare? tutto superato, si torna in chiesa, tutto come prima, magari nella speranza che qualcuno, ravveduto da questo tempo difficile, possa tornare a riempire i banchi vuoti. Chi ci governa ha fatto un errore quando in conferenza stampa ha ringraziato la chiesa per collaborazione in termini di assistenza di questi tempi. Ringrazio, ma la chiesa non è un’opera assistenziale. Essa vive la carità, che è diversa e ben di più della semplice assistenza, a partire dal vangelo, da quel Dio che è amore. La fonte della carità o assistenza della chiesa è il vangelo. E se qui il governante ha toppato non di meno ha toppato chi ha rivendicato l’apertura delle chiese al culto. Faccio solo un’esempio: riusciremo noi chiesa e preti ad organizzare un rito che tiene conto delle distanze sociali, dei protocolli e di altro simile? Io credo che, come  prima cosa, in questo modo ne verrebbe snaturato il rito, e poi sono abbastanza convinto che i criteri che ci sono richiesti non siamo in grado di applicarli. Il papa parla sempre di una chiesa non che porta dentro, ma che esce, in uscita. La chiesa come ospedale da campo che si prende cura degli scarti del mondo. Senza essere esperto, ma con la consapevolezza di essere profondamente convinto io non avrei rivendicato l’apertura delle chiese per il culto. Voglio invece chiedere come chiesa in uscita un’attenzione più grande ancora al malato, un’attenzione al mondo del lavoro. Come chiesa chiedo di aprire percorsi di un’ economia di comunione contro quell’economia che guarda solo al profitto per cui bisogna a tutti i costi riaprire le fabbriche.  Come chiesa avrei insistito per continuare a pensare ad una pastorale della famiglia legata alla casa. Ed invece: riapriamo le chiese al culto. E tutto allora tornerà come prima: il prete tornerà a benedire, la gente a partecipare e ci sentiremo al sicuro. Ma allora il nuovo che deve nascere dove sarà? Una chiesa non che apre le porte per portar dentro, ma una chiesa che esce. Con tutto il bene che voglio alla chiesa

4 pensieri su “uscita

  1. Anonimo

    Grazie don Sandro. Oggi hai superato te stesso. Hai detto cose che siamo in molti a condividere, per fortuna!!!! La chiesa anche stavolta ha perso una grande occasione.

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  2. Anonimo

    Grazie don Sandro, che piacere ritrovarti qui e leggere queste tue parole che condivido profondamente.

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  3. sr Alida

    Sono daccordo sulla chiesa in uscita ,sulla chiesa domestica ,che si occupa dello scarto,del malato….. ,poichè in questo tempo abbiamo espressioni stupende di cura di solidarietà….oltre al rimanere ancora chiusi come messe ecc. penso che sarebbe bene tener ancora chiuso ,bar ,cure estetiche ,ristoranti ,palestre…volgere lo sguardo su altri luoghi di lavoro necessari ,tenendo conto delle famiglie con figli che non andando a scuola ,se i genitori lavorano a chi li affidiamo ?…Sono tanti i problemi anche per la viabilità,per le distanze da mantenere ….Preghiamo per chi deve decidere le modalità se si riapre ,grazie don per questa riflessioni sull’uscita .

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  4. enrico

    Una grande riflessione che nasce non tanto
    dall’esperienza ma da cuore in un cammino di fede vissuta.
    Grazie

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