Unità di intendi, unità di progetti, unità di cuore, unità dentro le scelte della chiesa e perché no, dentro la politica. Ma unità in tanti altri ambiti. Unità sbandierata, dichiarata, programmata e progettata. Pur sempre unità cercata. Mi sembra che è un po’ il sogno di tutti e di tutto. Mi sembra che è un po’ come un paradiso da inseguire. Ognuno nei vari ambiti declina e chiama questo desiderio o sogno di unità in tanti modi diversi. Nella spiritualità è la ricerca dell’unità del cuore; nella chiesa è la comunione di intenti; nella società è la rete delle esperienze e dei progetti, nella politica è l’unità dei programmi. Nello sport non sono come si chiama, forse è unità di squadra oppure unità di profitto e di mercato. Comunque sempre di unità si tratta. Facciamo un discorso il più pulito possibile e partiamo dall’idea che tutto alla fine funziona per il meglio, ma l’unità dove è alla fine di tutto? Già ieri scrivevo che in questa ricerca di unità son necessarie due cose: la conversione continua al bene di tutti e la fiducia piena nei confronti dell’altro. Oggi aggiungo un elemento vitale, di somma importanza per la ricerca dell’unità sia quella interiore che quella sociale o in tutte le sue forme possibili. Chiamo questo elemento fondamentale con un nome classico, ma non di moda, semplice nella sua declinazione, ma non nella sua attuazione. È un atteggiamento che secondo me sta alla base di ogni relazione e di ogni esperienza. Chiamo tutto questo con il nome di umiltà. Così la definisce San Benedetto nella sua regola: «Il primo gradino dell’umiltà è se uno, ponendosi sempre davanti agli occhi il timore di Dio, fugge nel modo più assoluto la smemoratezza e ricorda sempre tutto ciò che ha prescritto Dio, sicché riconsideri continuamente nel proprio animo come l’inferno brucia a causa dei loro peccati coloro che disprezzano Dio e ricordi la vita eterna, che è preparata per coloro che temono Dio». Il primo gradino della via all’umiltà è il ricordo di Dio. Lo intendo così: io non sono il centro di tutto, anche del bene, io sono invece legato a tante dimensioni non ultima quella del divino. L’umiltà è riconoscere queste continue relazioni o interazioni dove tutti sono valorizzati e messi al centro. Forse solo così si costruire unità vera. Con la via dell’umiltà che decentra la vita e non l’auto centra.