ultimo incanto

di | 24 Luglio 2021

Arrivo presto a Rosciano, subito dopo la messa al Villaggio Gabrieli. Come è abitudine mi viene incontro il gatto faraone, un po’ per la fame, un po’ perché è contento che sono arrivato. Mangia, gira un po’ per casa e poi cerca un posto al fresco dove rifugiarsi. Lo rivedrò alla sera. Di solito, se non arriva subito qualcuno, vado a fare un giro alla grotta. Invece decido di fare diversamente. Mi guardo semplicemente in giro. So che fra poco ricomincerà la giornata, arriveranno tutti e fino a sera non ci sarà più tempo per stare un attimo solo. Vedo una gazza che vola via, le piante che soffrono perché manca acqua, l’erba ormai è secca, il frutto del sambuco sta maturando, le api non si sono ancora svegliate. Tutto è tranquillo. la luce viene di traverso e non fa ancora caldo, come a mezzogiorno, quando arriva diritta sulla testa. Mi guardo in giro e mi dico che è un incanto. E allora canto da solo quel salmo che dice «I cieli narrano la gloria di Dio, l’opera delle sue mani annuncia il firmamento. Il giorno al giorno ne affida il racconto e la notte alla notte ne trasmette notizia. Senza linguaggio, senza parole, senza che si oda la loro voce, per tutta la terra si diffonde il loro annuncio e ai confini del mondo il loro messaggio.” I cieli narrano, la creazione è tutta narrazione, come la parola sacra che canta la creazione. Ma la creazione è la grande custode della vita e narra con la sua semplice bellezza, la bellezza di Dio. E questo mi piace. I cieli narrano. Narrano senza parole, narrano solo con la bellezza, narrano con le creature della terra, la grandezza di Dio e la grandezza dell’uomo. Ne affida il messaggio, questo messaggio è affidato prima di tutto al giorno dopo giorno, al tempo che scorre. forse il creatore, preso da un po’ di timore di dare tutto nelle mani dell’uomo, ha affidato ai giorni la narrazione della bellezza e dell’incanto della natura, ai giorni che scorrono uno dopo l’altro. Si tratta di narrazione antiche, più antiche di quelle dell’uomo, che risalgono ai tempi in cui nascevano le galassie. Noi umani siamo arrivati per ultimi in questa narrazione della bellezza del creato, e abbiamo la pretesa di essere i primi. L’uomo può fare solo una cosa: prendere quelle narrazioni del creato che sono senza parole e dare a loro parole per essere narrate. Questo basta all’uomo: dare in prestito parole al creato senza diventare padroni del creato. I cieli narrano la gloria di Dio.. pensieri incantati prima che la giornata incominci con i suoi ritmi micidiali. Lasciatemi godere questi attimi e aiutatemi a trovare parole per cantare il creato e la vita.

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