tuffi

di | 11 Ottobre 2021

Sono delle diapositive trasformate in foto. Così potevano stare sul pc di don Roberto e lui le riordinava, le guardava, ricordava quei bei giorni della sua vita. Penso che l’artefice di questa traslazione da diapositive a foto sul pc è stato il Giovanni. Quasi un tuffo nel passato. Namas non guardava il passato raccontato in quelle foto con nostalgia. Non ho mia sentito uscire dalla sua bocca quel luogo comune: un tempo le cose andavano meglio. Oppure un tempo si facevano cose belle che adesso non ci sono più.  Tempi andati, ma che meritano una memoria grata, non nostalgica e nemmeno arrabbiata. Lui ci riusciva io faccio più fatica. Ma i tuffi più belli non erano quelli alle buche di Nese ( così almeno credo di questo tuffo della foto), ma quelli della vita. Quelli che cambiano le cose, quelli che danno un orientamento nuovo. Quei tuffi che non cambiano la persona, quella rimane sempre uguale, ma che cambiano la direzione. Non sono un grande esperto di tuffi. Ma nei pochi che ho e che sono finiti male, con delle grandi spanciate, riesco a riconoscere tre fasi. Prendere coraggio per lanciarsi. Ci vuole coraggio per cambiare direzione, per svoltare nella vita. E il tempo del prendere coraggio in me durava un sacco. Anche adesso quando mi tuffo nella vita ho bisogno di tanto tempo per prendere coraggio. Poi c’è il tuffo vero e proprio. Lo slancio in alto e la caduta. Il tuffo dura una attimo ma è come un volo in apnea, manca il fiato per un attimo. Quando prendo coraggio e mi tuffo nella vita per un attimo sono come in apnea, tutto è sospeso in attesa dell’impatto. In quell’attimo non riesco a pensare a niente, nemmeno a come andrà a finire. E poi c’è la caduta in acqua. Se il coraggio, lo slancio, il volo sono perfetti allora la caduta, l’impatto è un sollievo, altrimenti sono dolori. Se guardo le mie cadute nella vita sono state dei grandi tonfi che hanno fatto un gran male. Difficilmente il mio tuffo nella vita è stato come i tuffi di Tania Cagnotto che prendeva sempre 9 o 10. I miei sono tuffi inclassificabili. Ho capito perché erano e sono tuffi inclassificabili i miei tuffi nella vita. Perché pretendevo troppo da quei tuffi. Volevo andare sempre oltre i miei limiti e quindi caduta con botta finale. Basta rimanere nel limite, o convivere con il limite, partire dal limite o almeno avere coscienza del limite. Posso tutto, ma non tutto direbbe Massimo Recalcati.

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