tagli

di | 16 Aprile 2020
kandinsky

ieri è successo. Senza incolpare nessuno, perché so quante volte anche io ho commesso questo errore. Al piccolo melograno che ci hanno regalato è stata tagliata la testa da un satanico decespugliatore, che è un attrezzo straordinariamente utile, ma terribile per la forza che sprigiona. Non è la prima volta che mi succede. Ricordo due episodi bellissimi. Un all’agro. spiego ad un ragazzo che era esperto di decespugliatore dove deve tagliare e mi allontano per fare altro. Poco dopo mi chiama il walter un po’ alterato, ma sempre bonario, e mi mostra i suoi fiori e le mie cipolle senza testa, di lì era passato il decespugliatore. E l’altro episodio con nonno Adriano ad Albenza. Viene tagliata la testa di un pesco appena piantato da uno dei suoi nipoti, un danno che ha provocato lacrime da parte del nipote stesso e un rimprovero benevolo da parte del nonno. Sempre lui il decespugliatore. Ma tagliare è un’operazione necessaria. Tagliare i ponti con…. Tagliare con quella dipendenza, tagliare fuori uno dalla nostra vita e dalle nostre scelte, oggi sogno un taglio di capelli, ma più ancora temo il taglio dei posti di lavoro. Sempre lei questa parola: tagliare.  Il nostro carissimo vescovo Amedei diceva a noi del patronato tagliate i rami secchi, cioè cercate l’essenza e l’essenziale del patronato. Per chi va in montagna tagliare il sentiero è operazione affascinante, ma rischiosa, perché se lo fai in salita rischio di rimanere senza fiato, se lo fai in discesa rischio di infognarti in zone pericolose. È quasi un’arte tagliare. Non voglio dare consigli su che cosa tagliare, ma dico due cose: tagliare è un’opportunità e un pericolo. L’opportunità: tagliare è necessario per far crescere, ma ci vuole tanta sapienza e tanto discernimento per scegliere che cosa tagliare. Possiamo dire che l’operazione buona del tagliare è descritta benissimo in questa frase del vangelo:Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Invece l’operazione in negativo è che il rischio del taglio è quello di dividere, di spaccare in due di perdere l’unità. Al riguardo ecco questa favola. Un re, un giorno, si recò dal grande mistico Farid. S’inchinò e gli offrì un paio di forbici tempestate di diamanti. Farid le ammirò ma le restituì al visitatore: «Grazie per il dono magnifico; ma io non ne faccio uso. Dammi piuttosto un ago». «Ma se hai bisogno di un ago, ti saranno utili anche le forbici», replicò il re. «No – spiegò Farid – le forbici tagliano e separano. Un ago, invece, cuce e unisce ciò che era diviso. Il mio insegnamento è fondato sull’amore e sulla comunione. Mi occorre un ago per ricucire l’unità e non le forbici per tagliare e dividere» (Gianfranco Ravasi)

3 pensieri su “tagli

  1. Anonimo

    La prima esperienza di vita che abbiamo, ma che non ricordiamo, è un taglio: quello del cordone ombelicale.
    Senza il taglio del cordone che per circa nove mesi ha permesso lo sviluppo del feto nel grembo materno non potrebbe iniziare la nuova vita del bambino nel mondo.
    Una maturazione, una evoluzione comporta sempre il taglio di quello che c’era prima.
    Grazie per lo spunto di riflessione anche partendo da un semplice errore con il decespugliatore.

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  2. Sr Rita

    Se il tuo occhio, a tua mano. …sono motivo di scandalo …tagliali. mi pare che prima di tagliare sia necessario discernere se e perché tagliare . Vero. Molte volte si taglia per sbaglio. Spesso per rabbia e delusione. Talvolta per necessità. Tagliare è necessario. Cucire da’ più gioia . Lo Spirito di Gesù ci insegni a potare per far crescere.

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  3. sr Alida

    Ci son tagli che non puoi più rimediare ,ci son tagli per creare qualcosa di bello e tagli necessari e comunque tagliare crea sempre sofferenza ,si meglio potare per far crescere e cucire e ricucire per ricominciare da speranza e gioia …Insegnaci Signore il tuo agire che sa potare o tagliare al momento opportuno ,sempre per un motivo di vita

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