standby

di | 2 Agosto 2021

La giornata va via così, in standby. Guardo al significato preciso della parola e scopro che può voler dire essere in lista d’attesa per prendere un aereo, ma può anche voler dire la condizione di attesa di un apparecchio elettronico, metto in standby la musica sul mio cellulare. E per finire in informatica è un dispositivo  di riserva che permette di archiviare dati senza perderli in caso di mancanza di corrente. Ne trovo altri ancora ma non mi interessano molto. Premesso che stare in standby non ha voluto dire non fare niente, forse ho messo in pausa pensieri, progetti, idee, cose da fare, ma non ho messo in ferie il cervello. Ho semplicemente fatto altro. So già che tra poche ore tutto tornerà in movimento, come in un vortice assoluto. Ma intanto sono in pausa. In attesa di che cosa? Delle preoccupazioni che torneranno, della paura di non riuscire a fare tutto,  di non essere in grado di ascoltare tutto. Però oggi sono in pausa e non ci voglio pensare. Eppure i fogli dove annoto tutte le cose da fare sono lì sulla scrivania. Metto tutto in lista d’attesa per il prossimo volo, per il prossimo giorno. Inserisco l’immaginaria  prenotazione  e dico che domani vedremo se saremo pronti per il volo o se dovrò aspettare ancora un poco. Ma intanto i fogli con le  note sono sempre lì sulla scrivania e mi guardano con sempre maggiore intensità. Altro che standby, sono già arrivati tra le mie mani e loro mi guardano e io li guardo e poi li appoggio sul tavolo. Resisto ancora un attimo in pausa, ma so che c’è come un’attrazione  fatale per quei fogli con le note delle cose da fare. Con la scusa che sono rimasto indietro in tante cose, mi dico che non posso perdere tempo, che non posso mettermi in pausa domenicale o riflessiva. Per un attimo mi salva il gatto faraone che mi cerca per delle coccole e quindi rimando il tutto e sto in pausa. Cerco anche un dispositivo di riserva per mettere via i fogli con le note delle cose da fare, cioè metto tutto in una cartelletta e lascio li tutto, domani ci penseremo. Ma alla fine il foglio cade tra le mie mani e leggo: relazione bando, telefona a , programma settimana, sistema conti della settimana, e via dicendo. Non ho più scuse e incomincio dalla prima nota che salto subito perchè mi sembra troppo complicata, in fin dei conti sono in standby. Cerco la più immediata, la più semplice, ma anche quella mi sembra troppo complicata. Oppure sono complicato io… ripeto che oggi sono in pausa. Ma non ce la faccio e anche se per poco, qualcosa di quelle note scritte sul foglio prende il sopravvento. Telefona a… scrivi la relazione. Che volete sono fatto così…. Non ce la faccio a non pensare al domani. Ma non è che fate così anche voi? Non è che avete sottomano un foglio di note che vi perseguita un po’? non è che stare in standby alla fine mette in movimento pensieri e preoccupazioni per il giorno dopo?   

3 pensieri su “standby

  1. Claudio Persico

    Da un po’ di tempo adotto la strategia di uscire e fare un giro in bici o una camminata a piedi. Anche solo per una o due ore… Se trovi qualcuno che lo fa con te hai uno stimolo maggiore a farlo…..

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  2. Renato

    … Sul mio comodino ho sempre dei fogli dove segnarmi le cose da fare l’indomani che mi vengono in mente prima di addormentarmi… Solo poca memoria? Buonagiornata

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