sorriso

di | 9 Settembre 2021

Namas ha lasciato un archivio notevole di foto. Sono state scattate in giro per  il mondo. Siccome non c’era ancora la macchina digitale e nemmeno il cellulare, scattava fotografie con una macchina di cui non ricordo la marca, che aveva bisogno del vecchio rullino. Anche io ho iniziato così; scattando le mie foto con una macchina fotografica che aveva bisogno del rullino. Non so bene Namas, ma io non avendo molti soldi per comprare tanti rullini per poi portarli a far sviluppare, scattavo le foto con molta attenzione: cercavo il soggetto, mettevo a fuoco, sistemavo il tempo e il diaframma  e poi scattavo la foto. Movimenti lenti, attenti, precisi, alla ricerca di un soggetto perfetto. Oggi si scatta una foto dietro l’altra. Si guardano nello smartphone e si eliminano subito quelle che non piacciono; oppure si accumulano quantità industriali di foto fino a riempiere la memoria dello smartphone. Non c’è più l’attenzione alla precisione, a capire come fare una foto, tutto è automatico. Meno male che Namas non ha fatto in tempo a scattare le foto con uno smartphone. Nella sua precisione, perché era un uomo preciso,  sono quasi sicuro che anche con uno smartphone avrebbe continuato a scattare foto con molta attenzione, perché lui era così attento ai particolari. Guardo una sua foto. Sorride. Come sempre. Il suo sorriso non è mai stato un sorriso ironico, da prendere in giro, ma un sorriso vero e benevolo. Sorrideva a tutti e amava chiudere le farsi con un sorriso. Ogni incontro, uno sguardo e un sorriso. Namas sapeva usare i sorrisi con migliaia di sfumature. Questo della foto è un sorriso di compiacimento per due motivi. Il primo perché c’erano gli amici, sempre a lui cari, il secondo perché amava ascoltare le storie degli amici. Lo posso chiamare il sorriso dell’amicizia o della riconoscenza. Poi c’era il sorriso che ti faceva capire che non era d’accordo su una cosa, prima sorrideva e poi ti diceva dove non era d’accordo. Il sorriso di fronte alle foto di montagna che inviavano gli amici. Questo era un sorriso sognatore di grandi camminate in montagna. Ce ne sono ancora un infinità di sorrisi. Ne ricordo ancora uno che forse li riassume tutti. Il sorriso la domenica quando parenti e amici arrivavano per la messa e poi per un caffè e una fetta di torta. Lo chiamerei il sorriso domenicale o sorriso eucaristico. Namas sorrideva sempre; a volte il mio volto è triste e arrabbiato. cerco di ricordare il sorriso di Namas e cerco di sorridere anche io. Ma non mi viene così facile perché io non sono così pacificato come Namas

2 pensieri su “sorriso

  1. Tiziana

    Ricordo indelebile è quel sorriso sincero,che davvero viene dal cuore.
    Non sono capace di questi sorrisi,sorrido poco.
    Forse troppo concentrata su di me per riuscire a sorridere di ciò che gli altri hanno e portano.
    Eppure basterebbe solo spostare l attenzione e condividere. Cercherò….
    Grazie di quel sorriso,grazie!

    Rispondi
  2. Carlo

    Un bravo fotografo no spara a caso fotografie. Ogni scatto è studiato e meditato per dare sempre qualcosa di bello.

    Rispondi

Rispondi a Carlo Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.