silenzio

di | 11 Novembre 2021

A volte la preghiera si riempie di silenzio. È un silenzio di ascolto, è un silenzio che sa di vuoto, che aspetta di essere riempito dalla divina parola.  La preghiera nasce dal dolore e diventa invocazione, nasce dalla gioia e allora diventa un grazie. La preghiera a volte è urlo e allora diventa grido. Ma la preghiera di invocazione, di lode,  la preghiera gridata ha bisogno di silenzio per sedimentare nel cuore dell’uomo e poi esprimersi con le parole. Don Roberto aveva i suoi silenzi. Oggi dopo tante parole, belle, quasi tutte, ho bisogno di una preghiera silenziosa. A volte diventa preghiera muta, non solo è ascoltante, ma è anche incapace di pronunciare parole, se ne sta lì sospesa tra un dire parole forti, un ascoltare silenzioso, e un mutismo che attende di aprirsi alla parola. Perché dico questo? perché abbiamo bisogno di imparare quel particolare codice che è la preghiera silenziosa. Abbiamo riempito tutto di sussidi, di parole, di libretti per la preghiera e ci siamo dimenticati che basta un salmo, una parola sacra, e tanto mutismo e silenzio. È come se avessimo sempre bisogno di una parola minimale, minima, semplice. Così ho visto pregare don Roberto. Un silenzio muto, minimale, ascoltante. Siamo abituati nei vari canali della vita e dei social alla parola urlata, gridata contro. La preghiera è agli antipodi di tutto questo. Non ha bisogno di gridare contro, ha bisogno invece di portare dentro silenzio e parola pacate. E allora dopo questa lunga giornata di parole chiudiamo in silenzio.

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