senza conclusione

di | 19 Settembre 2022

Capisco che quello che scrivo non ha mai il tono del trattato, ma della suggestione. È forse per questo che un amico mi suggerisce di approfondire meglio gli argomenti che propongo. Io invece preferisco lasciar queste semplici suggestioni. Per due motivi. Il primo è che mi domando se poi sono capace di proporre un trattato sulle cose che scrivo. Forse non ne sono capace e poi la cosa richiede molto tempo e studio e parole scritte con attenzione. La seconda motivazione è che queste parole quotidiane nascono con semplicità narrando le mie vicende quotidiane e finiscono li. So che a Pieve di Santo Stefano esiste il museo dei diari, che tra l’altro avevo visitato un po’ di anni fa. Sono testi di persone comuni che hanno raccontato la storia d’Italia da un punto di vista assolutamente inedito. sono diari che diventano “storia scritta dal basso”. Le mie parole sono così: diari che nascono dal basso della mia vita, storie che si intrecciano con altre storie; narrazioni in libertà di quello che sono, penso, vivo. Dentro queste parole ingaggio come una sfida con me stesso per narrare quello che vedo e che credo. Lasciando a me la libertà di approfondire o no, di creare o di riportare il pensiero e le storie di altri. Non può esistere una  conclusione a queste storie, perché non si concludono le mie  e le nostre storie. Non può esistere conclusione perchè la mia vita, come la vostra del resto, è in continua evoluzione. Magari ci sono argomenti che ritornano, ma non si concludono mai come in un trattato, perché la vita ogni giorno mi spinge avanti. Saranno forse solo suggestioni senza conclusioni, ma meno male che non ci sono conclusioni. Saranno narrazioni che non sono trattati filosofici o teologici, ma sono così, liberi pensieri quotidiani. Tra l’altro io mi nutro nelle mie letture di trattati seri e approfonditi. Ma il romanzo che è la mia lettura  serale non è forse una narrazione che sa di trattato e che non ha conclusione? Forse che il percorso della vita interiore non è una narrazione più che un trattato? O la parola sacra quanto narra le vicende degli uomini e della donne non fa diventare quelle parole narrate un trattato? La forza della narrazione risiede proprio in questo narrare che si fa storia, pensiero, filosofia e teologia, ma mantiene l’arte della narrazione, della parabola. Non chiedetemi trattati, chiedetemi narrazioni, con la speranza  che queste mie narrazioni non siano roba banale e superficiale.

3 pensieri su “senza conclusione

  1. Valenti Rosangela

    Condivido a pieno. Abbiamo già troppi dogmatici in giro che se la tirano. …tu ci fai riflettere e pensare anche quando ci sembra di non condividere la tua narrazione. PENSIAMO.
    Io giro spesso ai miei figli la tua meditazione, proprio perché è pensiero libero, narrazione di vita …. E piace.

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  2. Bobby

    Posso capire le tue narrazioni, ma a volte mi sembrano parole che non trovano riscontro (come spesso hai chiesto aituoi lettori). Forse, forse qualche volta ti servirebbe essere più stabile e meno… Ballerino è vittima di emozioni. Da ciò risulterebbe una tua personalità che non sarà mascherata, ma neppure sospesa troppo al vento (che non sempre è lo Spirito).

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