scrivo

di | 7 Dicembre 2021

L’ultima parola che vedo nella presentazione di don Alessandro Dheò è: scrivo. So che lui scrive libri. Ne ho trovato un elenco di 5 libri scritti di suo pugno. Sono sincero, non li ho mai letti per cui mi astengo da ogni pensiero.  Invece dei libri di Don Roberto, conosco quasi anche le virgole e come me anche tutti coloro che hanno collaborato con lui alla stesura dei testi, alla ricerca delle foto, alle correzioni. Anche in questa operazione don Roberto si è dimostrato uno che ha fatto squadra. I suoi libri, nati tutti dopo che si è ammalato sono la narrazione precisa della sua vita, del suo pensare, del suo sentire nel cuore. sono la storia di quanto è successo a lui e a tutti gli amici dentro quella casa dell’Agro. Io da sempre ho scritto. Ho sempre scritto per me, un sacco di agende e di appunti e di quaderni con tutti i miei pensieri, le mie storie. Ma ho sempre scritto senza pensare di rendere pubblico qualche mia parola. Anche dei diari di viaggio dei vari pellegrinaggi tutto è rimasto nel segreto di quei fogli, che magari un giorno quando troverò il coraggio butterò via tutto. Poi mi sono messo a scrivere pubblicando i commento alla bibbia e poi la famosa parola del mattino. Ogni tanto penso di smettere di scrivere su quel blog e di tornare a scrivere solo per me sui miei fogli e quaderni, ma poi ci ripenso e vado avanti. Perché vado avanti, perché scrivo. Non per ottenere particolari risultati, anche perché non scrivo bene. I pensieri vengono via di getto, ma se non li correggo sono pieni di errori. Diciamo che scrivo da autodidatta, senza particolari tecniche. Scrivo e basta. Cerco di scrivere storie e pensieri prima di tutto pensando a me, e poi, se fa bene, pensando  anche agli altri. Per me lo scrivere non ha lo scopo di accumulare storie e notizie che mi spingono verso l’alto. Lo scopo del mio scrivere è invece quello di approfondire, nel senso di andare nel profondo delle parole, per arrivare al profondo del mio cuore, scrivo per approfondire, per scandagliare parole e significati, ma mentre uso lo scandaglio delle parola, vado a scandagliare la mia vita. Le mie agende, i miei quaderni con tutto quello che c’è scritto dentro non è accumulazione di sapere, ma storie che mi porto dietro nella mia vita, fatti che prendono forma sulle righe di un quaderno o su una cartella di word. Le parole scritte sono le mie compagne di viaggio. Non chiedetemi di scrivere libri, di pubblicare i miei pensieri, smetterebbero di essere fedeli compagni di viaggio, smetterebbero di essere specchio del mio esistere. Per me scrivere e poi una preghiera è la chiusura della giornata e non vado oltre cercando significati avventurosi. Resta tutto lì nelle poche righe scritte la sera. Poche righe che sono lo specchio della mia giornata e della mia via. Ecco perché non possono diventare libro. Ci vorrebbero altre parole per tirar fuori un libro,. Ma io ho solo queste parole.

3 pensieri su “scrivo

  1. Nadia Rocca

    La penso come Veronica, don, continua a scrivere… le tue parole sono ormai parte del mio quotidiano….. grazie….

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  2. Valerio

    Le tue parole sono il libro non che tieni su una mensola , e che magari a volte ti dimentichi di avere, ma sono la voce che ti accompagna tutti i giorni e ti aiuta a vedere bene la strada da seguire. Grazie e continua a scrivere…

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