21 Io detesto, respingo le vostre feste e non gradisco le vostre riunioni; 22 anche se voi mi offrite olocausti, io non gradisco i vostri doni e le vittime grasse come pacificazione io non le guardo. 23 Lontano da me il frastuono dei tuoi canti: il suono delle tue arpe non posso sentirlo! 24 Piuttosto scorra come acqua il diritto e la giustizia come un torrente perenne. 25 Mi avete forse offerto vittime e oblazioni nel deserto per quarant’anni, o Israeliti? 26 Voi avete innalzato Siccùt vostro re e Chiiòn vostro idolo, la stella dei vostri dei che vi siete fatti. 27 Ora, io vi manderò in esilio al di là di Damasco, dice il Signore, il cui nome è Dio degli eserciti.
Commento
Anche Amos come tutti i profeti se la “prende” con il culto. In questo caso il culto è falso e ipocrita perché è pura apparenza. Si portano doni e si fanno sacrifici. Addirittura si fanno grandi e grassi sacrifici ma il testo di oggi ci dice che sono come tutti rifiutati dal Signore. Io detesto e respingo le vostre feste… Perché Dio detesta le feste e le riunioni di Israele? Perché invece di farne un principio di sottomissione e di fedeltà, Israele se ne impadronisce e le riduce appunto o ad autoglorificazione o a magia. Addirittura tali feste e cerimonie diventano il luogo e il momento per dare sfoggio della propria ricchezza e sfarzosità, dimenticando il povero. Anzi dimenticando che la liturgia in qualche modo deve fare memoria dell’alleanza, ma deve anche portar dentro come preghiera e azione la giustizia nei confronti del povero. La preghiera, il canto, le offerte, la ritualità, tutto è orientato a Dio e al povero. Per questo, come già abbiamo visto nei giorni scorsi, il culto dovrebbe essere il tempo e il luogo della conversione del cuore e quindi di un nuovo corso degli eventi, perché solo con la conversione del cuore possiamo incontrare l’altro e vivere della giustizia del vangelo. Il problema dunque è quello del cuore: un cuore mite e umile è quello che può celebrare in perfetta unità la volontà e l’azione di Dio nella storia. Il momento della liturgia è allora perfettamente legato alla vicenda storica che ne consegue.
Preghiamo
Preghiamo per un ragazzo di 15 anni
Dal Vangelo secondo Luca
Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.
Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cédigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
Come è vero che molte volte i nostri riti sono vuoti di interiorità , attenti solo alle apparenze , e senza alcuna ricaduta nella vita di ogni giorno , in particolare verso chi sta peggio di noi ! Lo vediamo in questi giorni dove i cimiteri sembrano giardini colorati , del gesto di attenzione i nostri cari , ma speriamo che il Signore ci aiuti a riempire il cuore di altrettanti colori! Ci sono momenti di culto bellissimi , da ieri sera, ad esempio , al Quadriportico del Sentierone si stanno leggendo in modo continuativo alcuni testi del Vangelo e grazie alla musica ai testi di riflessione ed al calore della fiamma accesa le parole di Dio entrano nel cuore e contribuiscono a migliorare la nostra vita.. ringrazio Dio per queste occasioni , e mentre prego per il ragazzo indicato ci da don Sandro , chiedo al Signore la grazia ti vivere e partecipare a veri momenti di culto .
della fiamma accesa , sembra che le parole entrino davvero nel cuore per trasformare la nostra vita ! Ringrazio il Signore per questi occasioni di fede, e mentre prego per il ragazzo indicateci da don Sandro ,
La prima reazione che mi viene è pensare che Dio non è in vendita!
Dio non si compra con riti fasulli e magnifici, con offerte e sacrifici ipocriti. Dio è nelle piccole cose di ogni giorno e chiede aderenza e sobrietà, semplicità e coerenza. So rispondere degnamente ogni giorno al suo tendermi la mano?
Mi unisco alle vostre intenzioni di preghiera e ricordo tutti coloro che si mettono in viaggio e cercano un poco di accoglienza e di giustizia, a costo di sacrificare anche la propria vita. Prego per le tante vittime di ogni ingiustizia….
Elena
Il cuore è ciò che importa,in tutte le cose,parlare con il cuore,pregare così come si è ,ma con cuore,cantare con il cuore..non l’apparenza. Cuore ,che ama,(diritto e giustizia)si nutre di piccoli e continui gesti ,di bene…Orientato a Dio non dimentica il povero,e le vicende del mondo,nel quì ed ora .Donami ,Signore,un cuore umile e mite! Prego per il ragazzo indicato da don Sandro,mi unisco alle altre intenzioni.Buona festa di tutti i Santi !
Un vaso. Un bel vaso. Quante volte i nostri riti ed io siamo dei vasi vuoti. Belli, decorati, ma vuoti! Che il Signore accresca invece il desiderio di essere pieni del Suo bene e del Suo amore. Per essere vaso pieno e traboccante. Vaso meno bello, anche con delle crepe, ma da queste crepe usciranno gocce del Suo bene che bagneranno ciò che è intorno, chi è vicino. Prego per le intenzioni di oggi.
“Piuttosto scorra come acqua il diritto e la giustizia come un torrente perenne”
E’ un invito deciso e perentorio: Dio non ammette sconti.
Travolti dal fiume in piena del diritto e della giustizia.
Non dovremmo neanche porci il problema “da che parte stare”.
Purtroppo non sempre è così.
L’umanità che viviamo è piena di contraddizioni che mai riusciremo a superare.
Ma forse è proprio questo il bello della vita: essere mancanti ma aperti alla in attesa della pienezza.