sabato 31 luglio

di | 30 Luglio 2021

Lc. 1,38-42

38 Mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio; e una donna, di nome Marta, lo ospitò in casa sua. 39 Marta aveva una sorella chiamata Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola. 40 Ma Marta, tutta presa dalle faccende domestiche, venne e disse: «Signore, non ti importa che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». 41 Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e sei agitata per molte cose, ma una cosa sola è necessaria. 42 Maria ha scelto la parte buona che non le sarà tolta».

Commento

Il testo viene utilizzato, in maniera poco corretta per giustificare, la separazione tra vita attiva (Marta che lavora) e vita contemplativa (Maria che ascolta). È evidente che non è così. Non esiste un genere di vita più importante dell’altra, ognuno cerca di vivere la sua vita. Il tema è un altro. Se guardiamo alla postura delle due donne, dicono due modi di vivere. Marta in piedi, anzi diritta di fronte al Signore Gesù, che è ospite in casa. È la postura di chi non tanto sfida l’altro, ma vuol far vedere che c’è, che è presente, che vuole fare qualcosa di importante per l’ospite importante. Ci sono con la mia forte presenza. Maria invece sta seduta ai piedi del Signore, non perché non vuole fare niente, ma perché quella postura, è il modo di presentarsi del discepolo nei confronti del maestro. È la postura della vera discepola. Forse il testo ci vuole dire proprio questo: Gesù non è che apprezza di più Maria che non fa niente, ma chiede a Marta di fare tante cose come vera discepola che sa anche ascoltare la parola del maestro e chiede a Maria di saper ascoltare con attenzione. Il vero tema  è imparare ad essere veri discepoli, sia quando siamo impegnati in mille cose, sia quando ascoltiamo la parola, perché possiamo incorrere anche nel pericolo di ascoltare la parola senza essere vero discepolo. Quindi non c’è separazione tra azione e contemplazione, ma tutte e due le modalità devono aiutarci a capire cosa vuol dire essere vero discepolo, sia quando lavoro, sia quando prego.

Preghiamo

Preghiamo per Israele e Palestina dopo decenni di violenza il sogno di due popoli due stati è ancora lontano da realizzarsi.

2 pensieri su “sabato 31 luglio

  1. Elena

    Anche io, come tutti penso, mi interrogo spesso su quale atteggiamento delle due donne assumo. Non arrivo mai a darmi una risposta, piuttosto rifletto su cosa significhi ospitare Gesù. Penso anche che ciascuno esprima col proprio modo di essere, ciò che vive nel suo essere ospite di Gesù. E poiché Gesù ci conosce e ci ama per come siamo, arrivo alla conclusione che ciascuno fa ciò che può, ciò che gli viene per sua natura. Non c’è un giudizio su ciò che è giusto o sbagliato. Ma è interessante la lettura sulle posture delle due donne data da don Sandro. Il modo di porsi del corpo è importante, parla da sé e dice chi siamo, e come ci rapportiamo con l’altro. Chiedo al Signore, l’arte sapiente del mescolare i due atteggiamenti e gli chiedo la pazienza di tollerare i miei momenti di iperattività e quelli di beata contemplazione nullafacente!
    Prego per i conflitti mai risolti in Terra Santa.

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  2. sr Alida

    Grazie per le due condivioni molto signicative che trovano risonanza dentro me. Il Signore ci aiuti ad essere veramente con Lui attivi sia nella contemplazione e nell’azione, crei in noi il giusto atteggiamento di fronte alle nostre situazioni e per quelle altrui. Mi unisco alla preghiera per la Palestina ed Israele..

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