sabato 22 aprile

di | 21 Aprile 2017

sabato 22 aprile ’17 – Mt 18,1-5                                                        

1 In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?». 2 Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro 3 e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. 4 Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. 5 E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me.

Commento

Quali sono i criteri divini della vera grandezza? Penso che possiamo porre in questo modo la domanda sul testo di oggi. E di conseguenza, quale sia quindi la fisionomia profonda della vita cristiana. E mi sembra molto importante che Gesù propriamente non risponda direttamente alla domanda, e non indichi una persona o un tipo di persona, ma piuttosto un grande movimento di conversione, evidentemente possibile a tutti e aperto ad un’infinita varietà di situazioni e di accadimenti. Per far questo Egli si esprime in due modi. Innanzi tutto con un segno concreto che mostri quasi “visivamente” ciò che è ritenuto “grande” nel regno dei cieli: e chiama e pone in mezzo a loro un bambino. E poi l’invito ad un grande itinerario di conversione di cui la “piccolezza” di quel bambino è immagine viva. Tale è dunque la vera “conversione”. Gesù la esprime con un verbo forte che dice proprio un’inversione di marcia, un radicale cambiamento di attenzione e di tensione. Diventare “come i bambini”, e farsi piccoli “come questo bambino” non vuole indicare né una piccolezza fisica, né è essere segno di quell’innocenza che le retoriche mondane attribuiscono ai bambini. Ma piuttosto la debolezza, la povertà, il bisogno di tutti e di tutto, e soprattutto il bisogno di essere amati che caratterizza l’esistenza dei bambini. Essere sempre più, quindi, nelle mani di Dio. Accettare la propria debolezza, persino quella del peccato, come grande occasione per uscire dall’orgoglio della propria solitudine, per avere bisogno di Lui e di coloro che Lui ha posto come angeli accanto alla nostra vita. Questo itinerario del farsi piccoli accompagna tutta l’esistenza terrena, sino alla fine.

Preghiamo

Preghiamo per Daniel

 

 

3 pensieri su “sabato 22 aprile

  1. Elena

    “…e non diventerete come i bambini….”
    Diventare come bambini, è il processo inverso, rispetto a quello.che la corrente della vita ci propone e impone molto spesso. Significa andare in senso contrario rispetto a quello che la vita comunemente ci chiede di essere? Perciò il contrario di disillusi, il contrario di adeguati, il contrario di cinici, il contrario di sapienti, il contrario di esperti? Com’è un bambino? Ce lo ricordiamo ancora? Credo che Gesù ci chieda, in fondo, di essere un po’ meno scontati nelle nostre vite operose, e di lasciare spazio a Dio, perché c’è ancora tanto da fare…. per Lui, in noi.
    Affidiamo Daniel alla preghiera condivisa e vorrei pregare per tutti coloro che oggi e questa sera si incontreranno con gioa e allegria per sostenere la Cooperativa Sociale Cascina Nuova dell’Agro!

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  2. sr Alida

    Mi sembra di comprendere che convertirsi è farsi piccoli,secondo il pensiero di Dio,dipendere da Lui ,affidarsi nelle Sue mani ..Lo ringrazio perchè la frase ” Nelle Tue mani è la mia vita “trova spesso risonanza in me ,ed ho bisogno di ripeterla piu’ volte perchè il cuore fatica a convertirsi ..Accettare la propria debolezza ,l’aver bisogno di perdono,e sapersi amati …Ed è vero che non lascia mancare angeli sul nostro cammino…Mi unisco alla preghiera per Daniel ,per le ultime vittime di Parigi Mi unisco alla gioia e all’incontro della cascina dell’Agro ,che il Signore benedica …Don Sandro il tuo ,il vostro operare ..

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  3. sr Rita

    Vorrei essere con voi all’Agro. Ci sono con la preghiera e la simpatia per tutto quello che di buono lì viene pensato e agito. Un saluto caro Don Roberto, a Don Sandro e collaboratori. Questo è un segno dell’essere piccoli secondo il vangelo.

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