sabato 20 giugno

di | 19 Giugno 2020

At 4,13-22                                                                                         13 Vedendo la franchezza di Pietro e di Giovanni e rendendosi conto che erano persone semplici e senza istruzione, rimanevano stupiti e li riconoscevano come quelli che erano stati con Gesù. 14 Vedendo poi in piedi, vicino a loro, l’uomo che era stato guarito, non sapevano che cosa replicare. 15 Li fecero uscire dal sinedrio e si misero a consultarsi fra loro 16 dicendo: «Che cosa dobbiamo fare a questi uomini? Un segno evidente è avvenuto per opera loro; esso è diventato talmente noto a tutti gli abitanti di Gerusalemme che non possiamo negarlo. 17 Ma perché non si divulghi maggiormente tra il popolo, proibiamo loro con minacce di parlare ancora ad alcuno in quel nome». 18 Li richiamarono e ordinarono loro di non parlare in alcun modo né di insegnare nel nome di Gesù. 19 Ma Pietro e Giovanni replicarono: «Se sia giusto dinanzi a Dio obbedire a voi invece che a Dio, giudicatelo voi. 20 Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato». 21 Quelli allora, dopo averli ulteriormente minacciati, non trovando in che modo poterli punire, li lasciarono andare a causa del popolo, perché tutti glorificavano Dio per l’accaduto. 22 L’uomo infatti nel quale era avvenuto questo miracolo della guarigione aveva più di quarant’anni

Commento

Gli avversari degli apostoli, i sacerdoti del tempio, si trovano di fronte a tre dati: la franchezza di Pietro e Giovanni che è una caratteristica di tutto il nuovo testamento. Il loro discorso è franco, chiaro, oserei dire vero. Si tratta di una franchezza che viene dalla fede e non dal coraggio umano. Questa fede dona il coraggio della testimonianza. Altra cosa: Pietro, Giovanni e gli altri apostoli non appartengono a particolari categorie sociali che hanno il mano il potere religioso, ma sono degli uomini che appartengono al popolo Dio. E’ dunque evidente la sproporzione tra la loro testimonianza e la loro personale realtà, del tutto inadeguata e disomogenea rispetto alla potenza del loro annuncio. E infine il fatto ugualmente innegabile della loro profonda consuetudine con Gesù, che dunque non è solo oggetto ma anche fonte di tutto quello che essi manifestano e affermano. Sono dunque loro stessi una specie di “miracolo” pasquale. A conferma di tutto ciò sta la presenza concreta di quell’uomo sanato che sembra essere il paradigma di quello che anche a Pietro e a Giovanni è accaduto. Come vedete, non siamo nell’ambito di una dottrina da confutare o da accettare, ma siamo dentro ad una storia, a dei fatti concreti e a prove innegabili per la loro evidenza e la loro semplicità. Da queste vite e da questo annuncio vero e semplice nasce la comunità cristiana.

Preghiamo

Preghiamo per tutti gli amici che sono in difficoltà

2 pensieri su “sabato 20 giugno

  1. sr Alida

    Che il Signore ci conceda di annunciarlo con franchezza e verità ,con voi prego per tutti gli amici in difficoltà …

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  2. Elena

    Quanta arroganza nei pensieri e nelle azioni degli uomini,e di chi soprattutto pensa di agire in nome di Dio non riconoscendo neppure la vera effusione dello Spirito di Dio. Per nostra fortuna, Dio è creativo, originale e sempre sfuggente ai calcoli umani e agli umani progetti. La libertà di Dio è ciò che libera anche noi…. Se solo glielo permettiamo con un cuore accogliente. Prego con voi secondo le intenzioni custodite nei cuori di ciascuno.

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