sabato 19 giugno

Lc. 6,43-45

43 Non c’è infatti albero buono che faccia frutto cattivo, né vi è albero cattivo che faccia frutto buono; 44 perché ogni albero si riconosce dal proprio frutto; infatti non si colgono fichi dalle spine, né si vendemmia uva dai rovi. 45 L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore tira fuori il bene, e l’uomo malvagio dal malvagio tesoro del suo cuore tira fuori il male; perché dall’abbondanza del cuore parla la sua bocca.

Commento

Se partiamo sempre dalla considerazione che la base di tutti i nostri ragionamenti è la misericordia possiamo anche solo chiederci in che modo l’albero buono può entrare in questo discorso, può parlare di misericordia. I frutti dello spirito che determinano la misericordia sono i frutti buoni che nascono dall’albero buono, i frutti cattivi che sono il contrario della misericordia sono i frutti che nascono dall’egoismo. Qual è il frutto dello Spirito? In Galati 5, 22 si dice che sono  amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, mitezza, bontà, dominio di sé. Questa è la misericordia messa in atto. Secondo quanto dicono le parole di oggi è naturale che una persona che cerca di fare opere buone è come un albero buono che da frutti buoni, al contrario una persona che cerca di fare opere cattive è come un albero cattivo che da frutti cattivi. L’altra cosa interessante del brano di oggi è che tutte queste opere buone o cattive nascono dall’interno, dal cuore dell’uomo. Quindi la vera cura della vita spirituale nasce dalla cura del cuore dell’uomo, della vita interiore. Questo è un passaggio fondamentale per vivere e praticare il nostro essere discepoli del Signore. Il principio del bene e del male è ciò che c’è nel cuore. Non nelle cose. Le cose sono tutte buone. Non c’è una cosa cattiva al mondo. Ha fatto tutto Dio! È l’uso che noi ne facciamo che è buono o cattivo.

Preghiamo

Preghiamo per Massimo