sabato 10 luglio

di | 9 Luglio 2021

Lc. 8,40-48

40 Al suo ritorno, Gesù fu accolto dalla folla, poiché tutti erano in attesa di lui. 41 Ed ecco venne un uomo di nome Giàiro, che era capo della sinagoga: gettatosi ai piedi di Gesù, lo pregava di recarsi a casa sua, 42 perché aveva un’unica figlia, di circa dodici anni, che stava per morire. Durante il cammino, le folle gli si accalcavano attorno. 43 Una donna che soffriva di emorragia da dodici anni, e che nessuno era riuscito a guarire, 44 gli si avvicinò alle spalle e gli toccò il lembo del mantello e subito il flusso di sangue si arrestò. 45 Gesù disse: «Chi mi ha toccato?». Mentre tutti negavano, Pietro disse: «Maestro, la folla ti stringe da ogni parte e ti schiaccia». 46 Ma Gesù disse: «Qualcuno mi ha toccato. Ho sentito che una forza è uscita da me». 47 Allora la donna, vedendo che non poteva rimanere nascosta, si fece avanti tremando e, gettatasi ai suoi piedi, dichiarò davanti a tutto il popolo il motivo per cui l’aveva toccato, e come era stata subito guarita. 48 Egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata, va’ in pace!».

Commento

Questo racconto lo possiamo chiamare “a strati” . c’è il primo racconto che è quello della figlia di Giairo, il secondo racconto che si intreccia con il primo è quello della donna che ha perdite di sangue. Oggi vediamo la prima parte del racconto. Il centro del racconto sono le due donne, non il padre. Una sta entrando nell’età adulta, aveva 12 anni. La seconda è dichiarata impura perché ha perdite di sangue che nessuno dottore può guarire. Il dramma è tutto qui: non poter essere persone, donne in particolare, che possono entrare nella comunità. Una perché piccola e malata, l’altra perché adulta ma impura. Il padre della bambina non pensa che il problema è proprio questo, egli ritiene sua figlia malata. Non comprende il vero senso della sofferenza della bambina: sta diventando adulta e vive le sue paure. Ci vuole fede per fidarsi dei figli, ci vuole fede per accostare chi è ritenuto dalla società impuro. Il verbo che determina il cambiamento è Toccare: toccare il mantello del Signore. Quella donna proprio perché impura, non può toccare il Signore. Lei osa provare questa cosa. Il suo coraggio, la sua determinatezza, il suo sfidare la legge sono la sua fede. E grazie a questo coraggio fede guarisce. Toccare è la forma fondamentale di conoscere e di amare, dove il limite diventa il luogo di comunione, oppure anche di aggressione, il senso più forte è il tatto, l’odorato è più forte negli animali, è una forma di tatto a distanza, ti colpisce. La fede è toccare.

Preghiamo

Preghiamo per tutti i genitori

2 pensieri su “sabato 10 luglio

  1. Elena

    Il toccare, credo sia il senso più umano di noi esseri umani, perché profondamente intenzionale. Lo è nel bene e nel male.
    E Gesù accetta ed utilizza questo senso-raccordo fra Lui e gli uomini. Sì lascia toccare, tocca per guarire… Il toccare è anche il senso dell’intimità, dell’amore, della cura, della tenerezza. Quanto ne abbiamo sentito la mancanza durante i lockdown. Quale altro senso è così vicino all’uomo dal trasmettergli calore e prossimità? Il Signore ci avvicina, ci vuole vicini e tocca con la Sua grazia chi ha fiducia e chi cerca la Sua prossimità. Ci abbraccia in Sé…
    Una preghiera per tutti i genitori: possano trasmettere calore e presenza e una preghiera per mio fratello Giancarlo nel giorno del suo compleanno.

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  2. sr Alida

    Toccare e lasciarsi toccare.. Il tocco del Signore per noi è importante, anche la fede di solito non è toccare con mano, lo è solo se il Signore ci tocca…. Che il Signore ci faccia accorgere del suo amorevole tocco lo chiediamo per tutti i genitori e per Giancarlo…

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