sabato 1 maggio

di | 30 Aprile 2021

San Giuseppe – fil. 4,15-23

15 Ben sapete proprio voi, Filippesi, che all’inizio della predicazione del vangelo, quando partii dalla Macedonia, nessuna Chiesa aprì con me un conto di dare o di avere, se non voi soli; 16 ed anche a Tessalonica mi avete inviato per due volte il necessario. 17 Non è però il vostro dono che io ricerco, ma il frutto che ridonda a vostro vantaggio. 18 Adesso ho il necessario e anche il superfluo; sono ricolmo dei vostri doni ricevuti da Epafrodìto, che sono un profumo di soave odore, un sacrificio accetto e gradito a Dio. 19 Il mio Dio, a sua volta, colmerà ogni vostro bisogno secondo la sua ricchezza con magnificenza in Cristo Gesù. 20 Al Dio e Padre nostro sia gloria nei secoli dei secoli. Amen.  21 Salutate ciascuno dei santi in Cristo Gesù. 22 Vi salutano i fratelli che sono con me. Vi salutano tutti i santi, soprattutto quelli della casa di Cesare. 23 La grazia del Signore Gesù Cristo sia con il vostro spirito.

Commento

Sono le ultime righe di questa breve, ma profonda, lettera di Paolo. Non ha il tono teologico per esempio della lettera ai Romani; non ha nemmeno il tono alto  e impegnativo della lettera ai Corinti; nella sua semplicità chiede solo di imitare Cristo e di amare la chiesa, con gli stessi sentimenti di amorevolezza che sono di Paolo. Gli ultimi due versetti della lettera ci danno un’indicazione preziosa sul come venissero utilizzate tali lettere: venivano lette nell’assemblea liturgica, forse proprio durante il pasto eucaristico, durante l’eucarestia. La lettera termina con un saluto: singolarmente tutti i santi in Cristo Gesù (cioè tutti i credenti sono santi) e manda il saluto anche da parte di tutti i fratelli che sono con lui e in particolare quelli della casa di Cesare. Paolo si trova in prigione e quelli della casa di Cesare sono probabilmente i dipendenti dell’imperatore, soldati, militari, ufficiali giudiziari, quelli che lo tengono in prigione. Si è formata una comunità anche fatta di quella gente che lo custodiva in carcere. È molto bella questa fraternità e questa solidarietà che si crea fra tutti anche tra i suoi carcerieri e lui manda i saluti dei suoi carcerieri agli altri.

Preghiamo

Preghiamo per le nostre comunità

2 pensieri su “sabato 1 maggio

  1. Elena

    Si respira fraternità, cura vicendevole, dedizione, amore. Si respira un unico spirito , quello di in Gesù presente fra questi primi cristiani. A volte, quando penso a come siamo pronti a fare ben altro, nelle nostre comunità cristiane, mi viene tanta tristezza e chiedo: dove sei Gesù? Nello stesso modo mi commuovo vedendo e respirando situazioni di bene, amore e fraternità anche fra non cristiani, perché avverto forte la presenza di un Dio capace di fondere, unire e amare in Sé proprio ogni uomo e donna di buona volontà. Il Signore sa dove seminare e raccogliere…. Ti affido , Padre, il mondo dei lavoratori, le fatiche, le soddisfazioni e le gioie di chi opera per il bene di tutti.

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  2. sr Alida

    Imitare Cristo è amare la chiesa avendo i suoi sentimenti… È necessario questo operare così.
    Addirittura Paolo crea fraternità anche con i carcerieri,questo allargare gli orizzonti del cuore… Ti preghiamo Signore, per le nostre comunità, per tutti i lavoratori, per chi lavoro non ha, e per chi si impegna per il bene comune… S. Giuseppe ci aiuti a vivere l’ordinario in modo divino, Auguri a chi ne porta il nome.. Oggi inizia il mese di Maria chiediamo anche a Lei di assisterci in questo cammino, rimanendo saldi nel Signore.

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