Mi piace tentare di riadattare quanto gira per casa. Non sono uno che è fissato nelle cose. Non ho bisogno di affermare che una cosa va fatta in quel modo e basta. E non ho nemmeno bisogno di arrivare con mille cose pronte per essere realizzate. Prendo quello che vedo in casa e lo riadattato a secondo delle circostanze e dei bisogni. Prendo quello che trovo nell’orto e cerco di inventarci su qualcosa. Mi piace soffermarmi sulle cose che vedo, che esploro e poi le ripenso attraverso un’operazione faticosa. Mi piace quando sono in mezzo ai gruppi prendere fogli bianchi e lasciare che ciascuno ci possa scrivere su qualcosa. Poi mi piace prendere quei fogli, guardare quanto gli altri hanno scritto e tentare di riadattare il tutto. Mi hanno insegnato che quando si decide qualcosa si deve fare in modo, non di accontentare tutti, ma di rendere tutti contenti, che è cosa ben diversa che accontentare tutti. è come una piccola arte di saper amalgamare bene gli ingredienti che ho davanti. È come quando prendo in mano delle ricette, me le leggo e poi le riadatto. Non sono un esperto amalgatore, non sono un esperto riadattatore, ma è un’arte che so importante. Riadattare quanto ricevi tra le mani. C’è un piccolo problema: che troppe volte non mi accorgo che cosa ho tra le mani donato dagli atri perché penso di avere tra le mani tutto io. Certo non dichiarerò mai che ho tutto io tra le mani, perché non sta bene. Meglio dire che ci sediamo e ragioniamo. Ma a volte ho già tutto pronto. Che fatica dovermi fermare, ascoltare raccogliere tra le mie mani le storie degli altri e poi riadattare il tutto. Credo però una cosa: sono convinto che questa è la strada e che piano piano imparerò ad accogliere il mistero degli altri e riadattarlo per percorsi nuovi cercando di non buttare via niene degli altri.
Quando si impara ad accogliere, e ci vuole una vita, l’amalgama viene da sé…
Grazie perché sai descrivere la condizione umana con uno sguardo crudamente limpido nella sua positività. Un abbraccio 🤗.