restituito

di | 27 Marzo 2021

Ieri mi ha preso un dubbio. Ma vale la pena continuare in questa opera? Vale la pena attendere delle risposte che tardano ad arrivare? Vale la pena trafficare tutto il giorno? Non è forse più logico tornare nella normalità della vita? ma che cosa è normalità? Dove sta la normalità della vita? forse la mia normalità non è quello che sto facendo per me e per gli altri? Mentre sistemavo un giardino a Gandino ( e grazie agli amici che mi hanno aiutato) ho avuto come un attimo di percezione che era proprio quello il mio posto giusto. Con dei ragazzi a lavorare cercando di dare a loro una piccola opportunità di vita. mi sono come sentito restituito alla mia esistenza e ho sentito dentro che andava bene così. Ma poi quando tutto finisce e mi ritrovo da solo i pensieri incominciano ad ingarbugliarsi. Mi chiedo dove sto andando. Mi sento ospite inatteso (come era il titolo di un bellissimo film)  e come l’ospite inatteso di quel film mi sento un po’ intruso, un po’ straniero, un po’ ramingo, magari in cerca di un po’ di attenzione per quanto faccio. Quando dico queste cose non penso agli amici, loro sono riconoscenti, bravi e mi aiutano un sacco. Penso invece a chi fa parte dell’istituzione. Mi chiedo perché non passa a vedere cosa stiamo facendo. Mi direte che tutto questo non è necessario, che il bene fatto rimane fatto, che sto facendo tutto questo non per l’istituzione ma per i ragazzi. E’ vero! Ma provate ad immagine in che condizione mi trovo: faccio parte della fraternità dei preti della valle Imagna e non è che a loro interessa molto di quello che faccio. Non è sul loro territorio e quindi non è considerato un’opera da prendere in considerazione. e poi hanno tutte le loro preoccupazione parrocchiali. Sono sul territorio di Ponteranica, ma qui sono ospite e quindi non dentro la vita quotidiana della realtà locale. della gente penso di sì, della chiesa un pò meno. Mentre invece è proprio quello che cerco, che desidero. È vero, sono ospite inatteso, non un intruso, ma inatteso, cioè non atteso.  Che io possa essere restituito ad una istituzione chiesa che non mi dice solo che bella cosa che stai facendo, ma è solo un’opera tua.  Come vorrei restituire il lavoro che stiamo facendo a questa chiesa locale e diocesana. Come vorrei lasciare a questa chiesa che amo tantissimo, un piccolo segno di quello che stiamo facendo. Una chiesa che troppe volte mi fa sentire ospite inatteso. certo nella scrittura sacra l’ospite non è inatteso, ma sacro.

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