Era da un po’ che non sentivo questa parola, provvidenza. Ieri un amico me l’ha ricordata. questo mio amico dice così al telefono: si può chiamare destino, fortuna, io la chiamo provvidenza. Mi ha stupito che quel mio amico parlasse di provvidenza. Non mi sembrava il tipo. Lo pensavo più uomo del destino o della fortuna. Ed invece le soprese sono sempre dietro l’angolo. Quando ero al patronato provvidenza era la parola magica, il mantra di tanti discorsi. E ci stava, perché il patronato era la provvidenza incarnata. Poi da quando me ne sono andato dal patronato non ci ho più pensato tanto. Eppure di provvidenza ne è arrivata un sacco anche qui alla cooperativa. Chissà, forse l’ambiente un po’ ti segna e il patronato mi ha immerso nella divina provvidenza. Neanche don Roberto usava molto quella parola, ben cosciente che provvidenza era parola importante. Era come restio a tirare sempre in ballo ad ogni occasione quella parola magica: provvidenza. Eppure era ben cosciente che tale parola aveva un suo peso. Ma lui diceva che la provvidenza non andava sbandierata a destra e sinistra, non andava tirata fuori ogni volta che uno ne sentiva la necessità. Provvidenza è parola che va usata con cautela, con molta umiltà. Come tutte le parole anche questa va sempre incontro ad ambiguità e imprecisioni e non sarò certo io a rimettere tutto in ordine in pochi e perduti pensieri. Ma quel mio amico quando ha parlato di provvidenza ha messo in moto nella mia mente una serie di pensieri. Il problema è che questa parola rischia di non fa più parte del nostro vocabolario. L’abbiamo sostituita con progettualità, start up, mission e altro simile. Non sto dicendo che non sono utili queste parole, ma cercherei di recuperare anche la parola provvidenza. E magari di trovare il modo di inserirla dentro un progetto. Un progetto provvidenziale. Non so se si può dire ma mi piace. Mio nonno e mio papà usavano questa parola con naturalezza, con semplicità, ci credevano. io ne parlo saltuariamente e forse con la non dovuta fiducia, E allora proviamo a riprenderla in mano e a imbastire insieme qualche riflessione.
Credo nella Provvidenza….
La mia nonna ci faceva umilmente affidamento in tempo di guerra, e, vedova di guerra, tra l’altro,si è cresciuta cinque figli. Mia madre e mio padre ne hanno cresciuti otto di figli, lavorando sodo e accogliendo ogni provvidenza con umiltà e gioia. Riconoscenti.
Io forse, per le tante vicende della mia vita, ho avuto modo di vivere, sperimentare, accogliere una Provvidenza sempre presente,fatta di molte cose di cui sono profondamente riconoscente. Rispetto ai miei tanti fratelli, ho avuto tanto bisogno, di tutto…. E la Provvidenza si è fatta parola, minestra, vestito, preghiera, aiuto concreto, speranza, presenza.
Credo nella Provvidenza che è amore prezioso e gratuito, non ne vado sbandierando il nome, del quale ho profondo rispetto, ma la vivo e la respiro ogni giorno insieme a tante persone. C’è chi le dà altri nomi. A me piace riconoscerla con le radici che ho….
Carissima Elena , per me provvidenza è dono …per me i miei 5 figli sono Dono…quando aspettavo Gabriele il terzo (a proposito la mia prima figlia si chiama Elena )una persona mi si avvicina e mi dice “ma sei matta non lo Terrai?),l,ho fulminata con lo sguardo ed un sorriso….un altra mi dice ma con i costi della vita come fai ..ed allora le faccio esempi che la provvidenza attraverso le persone o fatti ci ha sempre aiutata …ed anche lei soffermandosi mi dice sai che hai ragione ..anche io non mi sono accorta ma sono stata aiutata ..bisogna saper leggere.la vita ….all arrivo di Rachele mi viene detto ..chissà tuo marito cosa guadagna per poter permetterti 5 figli…….provvidenza è stata per me avere loro mi hanno donato tantissimo in relazioni …incontri….abbiamo imparato a gioire per quello che abbiamo a condividere…e a nostra volta donare e a saper guardare chi più di noi ha bisogno …questo direi che è l,AMORE …..sono rapporti trinitari ascolti dai ricevi (non solo beni materiali)..forse dobbiamo recuperare questa VITA.
Ciao Marinella …