proprietà

di | 21 Settembre 2020

Non sono contro la proprietà privata, sono contro un uso non sano della proprietà. Ieri ho celebrato messe, ho partecipato ad un battesimo, ho incontrato amici, ho lavorato un po’, sono andato anche a votare. La voglia è quella di dire che tutto questo è mia proprietà, tutto questo è frutto del mio lavoro. ed è vero, in fine dei conti queste cose le ho fatte tutte io. Ma alla fine di che cosa sono proprietario? Di niente. Abramo non era padrone della sua terra, l’unica cosa che aveva comprato e che era di sua proprietà era la terra con il sepolcro di sua moglie Sara, che sarà anche il suo sepolcro e quello dei suoi figli. Abramo era ricco ma non aveva proprietà; girava, vagava, si muoveva continuamente per cercare terra e pascoli. Era forestiero alla sua stessa terra. Io ho una macchina vecchia che mi sta lasciando, tanti libri, e niente altro. Tutto è di altri e io vago come un forestiero. A volte mi pesa questa condizione di non avere niente. Vorrei qualcosa che è mio. Anche la cooperativa non è mia, è di un gruppo di amici. La casa di don Roberto non era la sua casa, anche se lui ha sempre vissuto quella casa come il luogo dove aveva messo radici. Neanche la parrocchia in cui vado è mia. Tutto è di altri. E io devo vivere da uomo libero, nullatenente. Non ho niente di mio e come ho detto a volte mi pesa tutto questo. Vi è stato un periodo fecondo della mia vita, quello dei pellegrinaggi in solitaria o con alcuni amici. Pellegrinaggi a piedi, in bici, a Roma, ad Assisi, a Santiago e altri ancora. Camminavo libero per un mese, per una settimana, pensavo che quella poteva essere la mia condizione. Ma alla fine tornavo a casa e mi ritrovavo forestiero a casa mia. So che la condizione di forestiero è una delle condizioni fondamentali di tutta la storia sacra. quel popolo di Israele ha sempre vagato per deserti e ha vissuto più volte la condizione di esule e schiavo. Gesù non aveva un luogo dove posare il capo. Certo questa condizione mi permette di essere uomo libero, ma ogni tanto è come se volessi essere “schiavo” di qualcosa. e allora prego così: Signore, tu ogni giorno guardi la mia vita. Tu raccogli, le mie gioie e miei dolori, i miei sorrisi e le mie lacrime. Pellegrino in questo mondo, sempre Ti ho cercato. Ho guardato dentro il mio cuore, ho camminato accanto agli uomini, ho condiviso pezzi di strada con tante persone, ma alla fine di tutti i cammini ho lasciato andare, lascio andare e lascerò andare. anche i miei progetti. Ho fatto, edificato, sbagliato costruito e poi lasciato andare. sai, signore, che a volte ci soffro, ma so che devo lasciare e ripartire. Invano ho cercato di trattenere. Tutto mi è sfuggito via dalle mani e alla fine rimango nella mia condizione di pellegrino e forestiero. A volte straniero ai miei fratelli, altre volte pellegrino per tanti amici, sempre cercatore di un Altrove, ho sempre cercato chi potesse consolarmi. Tu conosci la mia storia, tu conosci il mio cuore, tu conosci la mia vita, Tu veglia su di me. Donami tu la tua consolazione dentro questo mio essere forestiero. Fa che non cerchi consolazione nella cose, nei progetti e in tutto  quello che ritengo mio. In Te io possa cercare aiuto, per camminare sempre ogni giorno,  anche nella fatica e senza niente.

2 pensieri su “proprietà

  1. Elena

    Davvero nulla ci appartiene…, Siamo di tutti e di nessuno. Ho avuto tre figli, e neanche questi sono miei. Sono del mondo…
    Abito la vita, a volte più, a volte meno precaria, e non sento radici. Andrò via da questa casa prima o poi, poiché non mi appartiene e a volte mi sento fluttuare. Ma se penso alla leggerezza e alla libertà, alla possibilità di non portare zavorre ma tutte le relazioni belle e nutrienti di cui ho intessuto la mia vita, ma che vivono soprattutto nel cuore e non in luoghi stabili, allora non ho paura di lasciare, neanche la mia stessa vita. Che non è di mia proprietà. Anche io non possiedo nulla, se non una vecchia auto che fa il suo dovere, ma mi sento molto, molto ricca perché ho ciò di cui ho bisogno e la Provvidenza non è mai venuta meno, neanche nei momenti peggiori. Dio non mi ha dato cose, ma moltissimo amore, ed è per questo che sono ricca di qualcosa che è per me, che non mi appartiene e che perciò va sempre rimesso in circolo. Ed è una buona vita, perché davvero ho ciò che mi serve per vivere finché mi verrà donato il tempo, che non appartiene altri che a Dio!

    Rispondi
  2. se rita

    Straniero e pellegrino in mezzo agli uomini. Gesù che è comunione si è fatto straniero e pellegrino in mezzo a noi che a volte non ci accorgiamo del suo passaggio. Siamo vivi. Camminiamo tra i viventi nel quale incontriamo il Signore della vita. E non è poco.

    Rispondi

Rispondi a Elena Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.