profezia indignata

di | 13 Gennaio 2022

Giornata bella e convulsa insieme. E alla fine scatta l’indignazione, che corrisponde in pratica ad una arrabbiatura. Non sto a raccontare tutto, ma vorrei riflettere con voi un attimo per capire se esiste una santa indignazione, una profezia dell’indignazione. Di questi tempi siamo indignati per tante cose. Ma bisognerebbe anche solo capire se vale la pena indignarsi. C’è la partita di super coppa, ci indigneremo per un rigore non dato alla mia squadra e ci dimenticheremo di tutte le altre indignazioni. Funziona così.  Vorrei dire che questa non è vera indignazione. È pura superficialità, soprattutto con i tempi che  corrono indignarsi per un rigore non dato è abbastanza ridicolo. Poi esiste l’ira che noi scambiamo per indignazione, soprattutto l’ira rancorosa. Ma nemmeno questa è santa indignazione. L’ira nasce da un cuore amaro, aspro, un cuore rancoroso. Come si può pensare che un cuore rancoroso possa in qualche modo indignarsi per cose sante e giuste? Io parlerei di indignazione etica, cioè di tutte quelle indignazioni che portano con sé la denuncia di storture etiche e civili del mondo e dell’umano. Qui si vale la pena di indignarsi, di dichiarare con tutta la nostra forza che non va bene. Qui si vale la pena di indignarsi, quando si compiono ingiustizie verso i poveri, i malati, i profughi. È la stessa profezia indignata dei profeti biblici che con forza denunciavano il male della società e del potere. È la stessa santa indignazione di Gesù che si indigna con i mercanti del tempio, con i farisei, con i dottori della legge. Questa è indignazione profetica, etica. Qui si vale la pena di indignarsi. Vediamo come di fronte alle ingiustizie del tempo moderno, si grida in modo sguaiato, ma ci si ferma lì. La denuncia indignata dei profeti e di Gesù diventa anche la proposta, l’annuncio di una novità, di un cambiamento per iniziare a percorrere vie di conversione a partire dal proprio cuore. ma quando ci indignamo basta una promessa, una chimera che fa immediatamente cadere ogni forma di indignazione. Il vantaggio personale, a scapito di quello generale, il corporativismo, la superficialità nei giudizi riescono agevolmente a far dimenticare il bene comune, il senso dello Stato, gli obblighi civici. È per questo che lo sdegno autentico, come fremito della coscienza, è una virtù.

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