preghiera del giusto

di | 7 Luglio 2021

Qualcuno mi ha suggerito di parlare di giustizia. Mi trovo in difficoltà. È un argomento che cerco di approfondire da tanti punti di vista, ma che è sempre molto impegnativo. Visto che le mie storie nascono da un orto, mi sono guardato in giro è non trovo grandi elementi per raccontare storie di giustizia. Fino a ieri. Premessa che Il fatto che racconto non vuole essere un’accusa o un giudizio contro qualcuno, anche perché ho visto solo il risultato del fatto e non so bene come è andata. Ieri mattina apro il freezer per prendere del pane da scongelare e mi accorgo che ilfreezer era aperto, il pane da buttare e la carne salvata a pelo. Mi arrabbio subito perché riconosco che è un semplice errore di non curanza, di non attenzione. Quando arrivano i ragazzi e tutti gli altri preparo il mio cazziatone. Parto così: mio padre diceva che buttare il cibo è rubare ai poveri. Buttare il pane per distrazione e indifferenza è rubare ai poveri. Non alzo la voce, ma sono fermo e deciso. Per chi mi ha chiesto di parlare di giustizia io dico che questa è una grande ingiustizia sprecare acqua, cibo. Buttare via, per non curanza, per distrazione o peggio ancora per indifferenza. Questa è veramente una grande ingiustizia, buttare, sprecare è un furto ai poveri. e vale allo stesso modo nel piccolo, quando a casa mia spreco, dico che non mi piace, non mi accontento, come nel mondo quando butto via e porto via a quei popoli che non possono far altro che stare zitti e subire. Il capitalismo si ciba di questo spreco, vive dell’indifferenza, ma prima ancora che cambiare il capitalismo devo cambiare il mio cuore che deve smettere di essere ingiusto perché indifferente. Il cibo e l’acqua non si buttano, non si sprecano perché questo è un problema etico, economico, sociale, religioso. È ingiusto punto e basta. Solo un piccolo numero: in Europa ogni anno vengono sprecati 88 milioni di tonnellate di cibo. E poi dicono che siamo in troppi su questa terra e che non c’è cibo per tutti. Guardo il pane buttato e mi viene un’idea. Dico a tutti compreso a me stesso, che a questa cosa del buttare via il cibo dobbiamo in qualche modo riparare, non con una pena, non con un castigo, e nemmeno con una punizione, ma con un atto riparativo. È venuta a trovarci qualche giorno fa sr. Rita che opera in Brasile, ci ha raccontato la sua storia. E allora come atto riparativo al pane rovinato chiederemo a tutti noi della cooperativa di portare 5 euro ciascuno, faremo venire ancora Sr. Rita e doneremo a lei quei pochi soldi che raccoglieremo per comprare pane per i suoi ragazzi. Riparare senza castigare, forse è una strada giusta, forse è giustizia

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