preghiera con il sambuco

di | 29 Giugno 2021

Anche delle piante di sambuco ce ne sono abbastanza qui a Rosciano. Ne abbiamo raccolti i fiori per fare delle frittelle. So che si possono fare anche delle marmellate. Ma i miei amici la definiscono un’operazione troppo complessa. E di conseguenza non le abbiamo mai fatte. E per finire, volevo raccogliere i fiori per farli seccare e farne delle tisane. Ma quando mi hanno detto che gli steli devono essere staccati e trattati in un certo modo perché sono velenosi, mi sono fermato subito. Meglio evitare complicazioni di qualsiasi tipo. Del sambuco ho due ricordi di quando ero ragazzo. Il primo, svuotando i suoi rami del midollo interno, il ramo diventava una buona cerbottana. Il secondo, sempre svuotando il ramo del suo midollo, poteva essere usato per fumare la barba del granoturco, fatta seccare per bene. Era una cosa che ovviamente si faceva di nascosto. Tutte queste considerazioni mi hanno portato a coniare per il sambuco una parola: la pianta delle tentazioni. Nel sambuco ci stanno dentro mille cose che si possono fare, ma proprio perché non sono esperto è meglio evitare. Così intendo io la tentazione: la voglia di fare mille cose e la capacità di fermarmi prima, vincendo la tentazione di fare, sbagliando tutto. Caro sambuco, che tra l’altro sei anche una bella pianta, insegnami l’arte di saper fare scelte coraggiose, ma studiate con attenzione, non fatte solo per istinto o per sfidare le mie capacità. Ti guardo, sambuco e mi viene voglia di raccogliere i tuoi fiori, i tuoi frutti che poi butterò via perché non so come usarli. Qualcuno mi dice di usare i tutorial su internet, io sinceramente non mi fido. E allora meglio resistere alla tentazione. Fino a quando non avrò imparato bene a come trattare il sambuco meglio evitare. E per imparare bene è meglio avere un maestro che non è un tutorial di internet. La tentazione fa parte dell’ uomo. Il provare, il rischiare, il non saper vagliare con attenzione sta nella nostra natura. Certo questo è solo un aspetto della tentazione, ma ci sta anche questo. Caro sambuco, insegnami l’arte che vince la tentazione di strafare, anzi peggio ancora di pensare di saper far tutto. Insegnami l’arte di fare le cose quando le ho comprese a capite. Insegnami l’arte di chiedere a maestri veri come posso scegliere e agire nella vita. Caro sambuco, ti guardo ogni giorno e mi si affollano un sacco di pensieri di quello che potrei fare con te. Fammi comprendere che non sono ancora pronto a fare tutto quello che voglio con i tuoi frutti e i tuoi fiori. E insegnami che nelle vita non posso disporre della vita stessa e degli altri senza prima aver conosciuto la vita e l’altro. Quando avrò compreso l’altro alla fine capirò che non devo disporre di lui, ma devo amare l’altro nella sua libertà.

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